“Patria”, altro no dalla Navigazione. I privati furiosi: «Politica immobile»

La querelle L’ente ha ribadito l’impossibilità di concedere i cantieri per il recupero del piroscafo - Guggiari: «Non farò più niente. Ma qualcuno deve rispondere del bando inutile e dei soldi spesi»

Como

«Nemmeno una telefonata, e sono mesi che si parla di questa situazione di stallo: a questo punto noi non facciamo più niente. Punto. Se ne occupi la politica. Per quanto mi riguarda cercherò di recuperare i soldi che ho speso, ma qualcuno dovrà rispondere di un bando che non si può mettere in pratica e dei 3,5 milioni spesi per restaurare un bene che, lasciato all’ormeggio a Villa Olmo, va progressivamente deteriorandosi».

E nrico Guggiari, socio con Giorgio Porta della società che dovrebbe riportare a navigare il Patria, lancia la spugna. Non ha alternativa, a fronte dell’ennesimo diniego arrivato dalla Navigazione Laghi alla richiesta di mettere a disposizione cantieri e personale per rimettere il natante in condizione di viaggiare, mentre dall’Autorità di bacino dovrebbe arrivare l’autorizzazione a utilizzare i pontili per imbarcare e sbarcare i passeggeri.

«Per quanto mi riguarda cercherò di recuperare i soldi che ho speso»

«È oggettivamente impossibile aderire alle richieste avanzate, come già ampiamente spiegato a tutti gli enti coinvolti nella vicenda - scrive la Navigazione - La messa a disposizione delle infrastrutture e del personale necessari per il recupero e il mantenimento di tale imbarcazione è da ritenersi, al momento, del tutto impraticabile» perché «i cantieri navali sono già impegnati e lo saranno nei prossimi anni per importanti interventi per la flotta ordinaria». Anche mettere a disposizione personale e attracchi per un’attività che non sia quella aziendale appare impossibile.

Non bastasse, la Navigazione chiarisce di non essere mai stata informata «dell’avvio di una procedura che prevedesse una collaborazione così rilevante e gravosa. Pur essendo consapevoli dell’importanza che riveste il recupero di una imbarcazione storica come il piroscafo Patria, ci troviamo al momento costretti a ribadire l’impossibilità di far fronte alle richieste avanzate».

«Passo la palla alla politica. A chi in particolare? Alla Regione»

Un “no” senza appello, dunque, che rischia di affossare il progetto di trasformare il Patria in un battello da crociera, così come era nelle intenzioni della società che ha vinto il bando. Un progetto già approvato, per il quale ci sono i fondi, incagliato però in questa paradossale vicenda di immobilismo.

«Esatto, e a questo punto mi fermo - ribadisce Guggiari - Passo la palla alla politica. A chi in particolare? Alla Regione». È alla Regione infatti che Villa Saporiti, proprietaria del battello, si è rivolta per sbloccare l’impasse, ma da Milano hanno rimpallato la responsabilità al governo. «Risultato, nessuno si è mai fatto sentire - dice visibilmente amareggiato Guggiari -Ora si tratta di recuperare il denaro speso (che dovrebbe ammontare a oltre centomila euro ndr) e chiedere che qualcuno si assuma la responsabilità di questa situazione».

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