Pochi pazienti al Valduce
Chiude la terapia neonatale

La Regione decide l’accorpamento con il reparto del Sant’Anna - Basso il livello di saturazione dei posti: 34,2% contro il 94,2 di San Fermo

Como

Chiude la terapia intensiva neonatale del Valduce, i cui numeri non bastano più a sostenerne l’attività, in un territorio il cui riferimento è il Sant’Anna.

La decisione è stata assunta dalla giunta regionale, lo scorso 11 novembre. «La Regione ha intrapreso un percorso di riorganizzazione della rete dei punti nascita al fine di migliorare i livelli di sicurezza e qualità - si legge agli atti -, in particolare serve individuare i presidi di medicina materno fetali (Mmf) per le patologie complesse e razionalizzare le terapie intensive neonatali (Tin). I centri saranno meno, ma avranno dimensioni maggiori. Dato il basso tasso di saturazione e il limitato bacino di utenza un primo intervento riguarda le Tin di Lodi, Rho, Cremona e del Valduce di Como».

Agli altri territori la delibera regionale in compenso garantisce maggiori garanzie economiche. Como ha un bacino di 4.950 neonati all’anno per 600mila abitanti, la Tin del Valduce ha un livello di saturazione pari al 34,2% contro il 94,2% del Sant’Anna. Lo standard regionale prevede una saturazione pari ad almeno l’85%. I posti letto per la neonatologia patologica devono sempre per la Regione essere rapportati ad un volume di nati pari a non meno di 4,5 ogni mille abitanti. Ci sono alcuni parametri insomma che il Valduce non raggiunge. Il taglio dovrà essere operato entro il 31 dicembre. I posti letto per la terapia intensiva neonatale che andrà a perdere il Valduce sono comunque soltanto quattro. I bambini, rassicura comunque l’ospedale, continueranno a nascere in centro città, anche se i casi più spinosi verranno inviati ad altri centri, come già avviene per la neuro e la cardio chirurgia. L’ospedale Sant’Anna di San Fermo riceve invece un riconoscimento come centro di riferimento, è considerato dalla Regione un hub.

«A seguito della riorganizzazione della rete regionale per l’assistenza materno-infantile – spiega l’Asst Lariana - con il presidio ospedaliero del Sant’Anna è stata individuato a livello provinciale come centro di medicina materno fetale (Mmf) e come centro di terapia intensiva neonatale (Tin). L’ospedale Sant’Anna, infatti, è una struttura sede del dipartimento di emergenza e accettazione di secondo livello, con disponibilità di risorse multispecialistiche e delle tecnologie necessarie per un’assistenza ad elevata complessità. Entro la fine dell’anno la Tin del Sant’Anna, diretta dal primario Mario Barbarini, dovrà, pertanto, aumentare la propria offerta con due ulteriori posti letto, al momento sono 6 in totale. Occorrerà aggiungere un posto letto anche ai 15 oggi presenti nell’offerta della terapia sub-intensiva neonatale, il luogo dove vengono trasferiti i neonati dopo il ricovero in terapia intensiva».

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