Processi più lunghi con la riforma “Cartabia”. A Como le prime udienze solo nel giugno 2024

Giustizia La riforma della giustizia ha introdotto la fase pre-dibattimentale: in città è già caos. Il presidente delle Camere Penali: «La politica non fa i conti con la realtà del mondo giudiziario»

Un furto denunciato oggi, se scoperto, difficilmente finirebbe in aula prima dell’estate dell’anno prossimo. E ancor più difficilmente arriverebbe a sentenza - e parliamo soltanto del primo grado - prima del 2025. In un Tribunale, come quello di Como, in crisi, alle prese da almeno due anni con una clamorosa carenza di giudici soprattutto per il penale, piomba come un macigno la riforma Cartabia. Con conseguenze deleterie sulla durata dei processi. E una previsione tragica, sui tempi della giustizia, da qui ai prossimi anni.

Non si tratta di semplici ipotesi. Già oggi, se la Procura cerca di fissare la nuova udienza pre-dibattimentale per tutti quei fascicoli cosiddetti “a citazione diretta” (ovvero per tutti i reati che non prevedono pene massime superiori ai tre anni di reclusione) il calendario propone come prima opzione disponibile: giugno 2024. Un anno e mezzo di attesa per passare da una chiusura indagine alla prima udienza davanti a un giudice.

L’udienza pre-dibattimentale è una novità introdotta dalla riforma Cartabia con l’intenzione - sulla carta, più che nel concreto - di snellire i tempi della giustizia e il numero di processi. In quell’udienza, infatti, il giudice che non ravvisa una ragionevole previsione di condanna deve procedere a un non luogo a procedere. Al contrario dovrà mandare tutti gli atti a un altro giudice per l’apertura del processo vero e proprio.

La coperta giustizia sempre più corta

Per la giustizia, a Como in particolare dove i tempi dei processi si allungano causa carenza di organico, ci preannunciano anni terribili e di attese che potrebbero aumentare ulteriormente.

«Molto spesso, se non quasi sempre - commenta l’avvocato Edoardo Pacia, presidente delle Camere Penali di Como e Lecco - la politica non fa i conti con l’effettiva realtà del mondo giudiziario utilizzando “coperte sempre troppo corte”. Nel nostro caso il problema di questo enorme passaggio di tempo tra la richiesta di fissazione del processo presentata dalla Procura e l’effettiva tenuta della prima udienza, è patologicamente sussistente nel nostro territorio da molto tempo. Ciò non dipende da scarso impegno dei magistrati, ma dal fatto che la Procura lavora efficientemente pressoché a pieno organico da anni, mentre il Tribunale ha un numero di magistrati inadeguato. Da questo fatto derivano questi incredibili tempi di stasi». La Cartabia peggiorerà la situazione: «I tempi rischieranno di essere ancora più dilatati per almeno due motivi: in primo luogo perché questa novità introduce delle incompatibilità tra i giudicanti che, rispetto a un organico già in sofferenza, potrebbe produrre difficoltà persino nel poter celebrare i processi; in secondo luogo perché l’udienza predibattimentale richiederà uno studio e una trattazione dei singoli fascicoli molto più impegnativi di quelli occorrenti attualmente, con l’ovvio risultato di poter fissare meno processi di quelli ad oggi trattati».

Non luogo a procedere

Secondo l’avvocato Pacia esiste una sola via d’uscita, che non piacerà però ai puristi della certezza della pena: «L’unica soluzione passerà dall’applicazione ferrea da parte dei Magistrati della regola processuale che sta alla base di questa introduzione normativa costituita dall’udienza predibattimentale e cioè l’effettivo utilizzo della sentenza di non luogo a procedere laddove gli elementi acquisiti nella fase di indagine non consentano una ragionevole previsione di condanna. Il discorso sembra banale, ma comporterà un cambio di approccio al processo innovativo e molto significativo. L’avvocatura comasca è fiduciosa considerata la qualità dei magistrati del nostro Foro. Solo sfoltendo in tal modo il carico dei dibattimenti caratterizzati da “prova esplorativa”, il sistema, pur in questa condizione critica, potrebbe rimanere in equilibrio e persino migliorare».

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