Quei pesci “mostruosi” nel primo bacino

Ci sono l’abramide e il gardon, il carassio e il luccio perca
Preoccupano le dimensioni: a Sant’Agostino pescato siluro di 15 kg

L’abramide è solo l’ultimo arrivato: poi ci sono il gardon, il più raro carassio, e soprattutto il siluro. Sono i principali inquilini non graditi del primo bacino del lago che rischiano di prendere piede a discapito delle specie naturali.

Secondo i tecnici di Villa Saporiti che si occupano della gestione ittica nel Lario, la loro diffusione non ha ancora assunto dimensioni preoccupanti, o almeno non sarebbe ancora preoccupante quanto le loro dimensioni fisiche. Solo qualche settimana fa infatti è emerso un pesce siluro di 15 chili e circa un metro di lunghezza al molo di Sant’Agostino.

Il pescatore sportivo comasco che se l’è visto abboccare all’amo, Marco Marelli, ha pensato bene di segnalare l’anomalo esemplare all’Aps Como - Fipsas. L’anomalia non sta di certo nella presenza di un siluro nel primo bacino, che anzi è la zona del lago prediletta dalla specie, ma nelle sue dimensioni. «I siluri ormai sono parecchi ma non ne avevamo mai trovati di grandi dimensioni - spiega Luca Guglielmetti, presidente dell’Aps - Di solito si fermano a due o tre chili e sembrava quasi che non si sviluppassero oltre, evidentemente non è così. È la prima volta che vediamo un esemplare così grande e di certo non è un buon segnale». Le caratteristiche morfologiche del primo bacino sono diverse dal resto del lago. Subito dopo il Lario sprofonda e inizia il fondale roccioso, mentre a Lecco, dove pure la profondità si riduce, esce l’Adda. A Como invece entra il Cosia, e con il torrente lo scarico del depuratore. Per il siluro, che non si cura granché dell’eutrofia dell’acqua, vale a dire la carenza di ossigeno disciolto, non potrebbe esserci un ambiente più gradevole.

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