Record negativo di nascite sul Lario
Nel 2030 città sotto gli 80mila residenti

L’anno scorso solo 3.915 lieti eventi nella nostra provincia, calo del 10% in cinque anni - E il capoluogo destinato a perdere 4.600 persone in otto anni, secondo le proiezioni Istat e Ats

Como

Nel Comasco negli ultimi cinque anni le nascite sono calate di oltre il 10%.

E questo, in prospettiva, significa che entro il 2030, ci saranno 9mila residenti in meno nel territorio provinciale e 4mila nella sola città di Como.

Gli ultimi dati pubblicati dall’Ats Insubria certificano infatti il continuo calo del tasso di natalità. Nel 2017 sono nati nel territorio lariano 4.404 bambini, l’anno successivo 4.194, nel 2019 i neonati venuti alla luce sono stati 4.207, quindi nel 2020 4.103, mentre nel 2021 le nascite si sono fermate a 3.915. Sempre di meno: occorre pensare che vent’anni fa nel Comasco nascevano più di 5mila bambini all’anno. Il dato registrato nella provincia di Como è in linea con quello nazionale, anche se è leggermente inferiore alla media regionale.

«Mentre diminuisce il tasso di natalità – scrive l’Ats – aumenta di pari passo la popolazione più anziana». L’indice di invecchiamento rappresenta la proporzione della popolazione sopra ai 65 anni rispetto al totale dei cittadini. Nella nostra provincia questo numero è salito da 22,1 a 23,1 sempre dal 2017 al 2021. L’indice di vecchiaia misura invece la quota di over 65 confronto agli under 14, nel caso il passaggio dal 2017 al 2021 va da 159,8 a 177. Infine l’indice di dipendenza considera i cittadini sotto ai 15 e sopra ai 65 immaginando che questa fetta della popolazione non possa lavorare e quindi debba dipendere dal resto della società. In cinque anni questo indicatore è salito da 56,3 a 56,7.

Questa tendenza è ormai marcata dall’inizio del nuovo millennio e il Covid non ha aiutato ad invertire la rotta, anzi. Il contributo dei fenomeni migratori si è congelato dalla crisi economica in poi. Peraltro la pandemia ha purtroppo visto un forte incremento della mortalità sul nostro territorio, in particolare durante i picchi delle diverse ondate che si sono susseguite dal 2020 a oggi. In generale quindi c’è stata una contrazione del totale della popolazione residente.

Secondo l’Istat, tenendo presente l’andamento delle nascite, il tasso d’invecchiamento e tutti i fattori demografici collegati, la provincia di Como è destinata a passare da 596.456 abitanti censiti nel 2021 a 587.410 nel 2030. Sono 9.046 persone in meno. La proiezione più impietosa riguarda la città capoluogo, da 84.250 residenti a 79.622 quindi meno 4.628 abitanti entro il 2030.

Bisogna inoltre considerare che già prima della pandemia, nel 2019, i comaschi avevano una significativa prevalenza di malattie croniche, pari a circa 334 casi ogni mille residenti. Soprattutto a Erba (343,2 casi), a Como città (338,8), meno nella bassa (326,2), sul lago (232,3), nel canturino 317,8) e nell’olgiatese (317,5). «Il 49,8% dei pazienti cronici residenti censiti ha più di una patologia – scrive l’Ats - e la frequenza delle malattie croniche si concentra in particolare tra i pazienti anziani con oltre 64 anni, il 52,6% dei pazienti cronici rientra in questa fascia di età».

La malattia cronica maggiormente presente nella popolazione è l’ipertensione arteriosa con 185 casi ogni mille residenti seguita dalle cardiopatie (117), le ipercolesterolemie (72) ed i tumori (61).

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