Reddito di cittadinanza, è flop
Le richieste sono solo 3.500

Erano 2.700 tre settimane fa. Bacino potenziale di 5.800 soggetti Il sindacato: «Uno strumento che non intercetta tutto il disagio sociale»

Sono salite a 3.510 le domande presentate dai comaschi per ottenere il reddito di cittadinanza: erano 2.700 tre settimane fa. Ma mancano all’appello almeno 2mila persone rispetto alle prime previsioni sugli ipotetici destinatari nella nostra provincia. Anzi, molte di più secondo i sindacati: forse persino il doppio guardando i disoccupati comaschi.

Intanto ieri è scaduto il bando per i navigator e si attende la pubblicazione delle graduatorie provinciali da parte dell’Anpal. A depositare la domanda tramite Poste o Caf sono stati 1.588 uomini e 1.922 donne. In pratica, si è calcolato, lo 0,58% della popolazione.

Le aspettative erano diverse, perché erano risultate 5.867 le dichiarazioni sostitutive uniche valide che soddisfano i requisiti economici Isee per ottenere il beneficio.

Ma non solo. «I disoccupati in provincia sono oltre 20mila – ricorda Salvatore Monteduro, segretario generale della Uil del Lario – Certo, il reddito di cittadinanza è per famiglia. Ma se consideriamo una famiglia di 3, 4 persone, è chiaro che molti che non hanno un impiego non sono aiutati affatto». Senza contare che oggi un lavoratore comasco su cinque percepisce un importo inferiore a quello del reddito di cittadinanza. Ciò significa - secondo il sindacato - che davvero non si stanno dando risposte, non tanto o solo sufficienti, quanto mirate al disagio sociale in provincia. Va detto che nel primo round di aprile due richieste su tre sono state accolte a Como. Nei Caf arrivano ancora telefonate preoccupate di persone che avevano provveduto, ma nulla ancora hanno saputo. Invece, le domande accettate sono state comunicate via sms e già diversi hanno ricevuto la card con le risorse da utilizzare. Da un minimo di 40 euro ai 780 euro pieni per i casi più delicati. Il punto però è un altro, sottolinea Salvatore Monteduro: «Adesso che si apre il percorso del ricollocamento e vedremo come funziona, la guerra tra poveri continua. Ad esempio, chi percepisce il reddito di cittadinanza e verrà assunto, darà diritto a sgravi fiscali all’azienda che li assume. Ma chi invece è disoccupato e per varie ragioni non lo percepisce, no. Un’incongruenza, e soprattutto così si scatena una guerra tra poveri».

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