Rsa, stangata energia: «Senza aiuti immediati rischiamo la chiusura»

L’appello L’Uneba, che rappresenta gli istituti a Como lancia l’allarme: «Siamo costretti ad alzare le tariffe». Impatto sui bilancio: perdite fino a 20 euro a posto letto

Rsa, senza aiuti si affonda. Uneba, l’ente che rappresenta il maggior numero di case per anziani gestite soprattutto da realtà non profit nel Comasco, lancia un appello diretto alla politica. «Serve un intervento immediato sul caro bollette perché la spesa per l’energia è spesa per la salute degli anziani – così in una nota Uneba - sul non profit in più è caduta un’altra tegola. Le recenti modifiche al codice del terzo settore portano ad un aumento di Ires, Imu e Irap per le fondazioni e le associazioni. La terza preoccupazione è il blocco delle quote regionali». Le retribuzioni che la Lombardia riconosce ogni anno alle Rsa per le prestazioni di cura e d’ospitalità erogate.

«Oltre alla crisi energetica abbiamo molti problemi irrisolti sul tavolo che è necessario superare. Le quote regionali ferme, la mancanza cronica di personale con il sistema sanitario pubblico che assorbe i nostri pochi addetti rimasti»

Nel nostro territorio operano 56 Rsa che accolgono un bacino di circa 5mila anziani. L’età media degli ospiti in un decennio da 80 anni è cresciuta ad 84 con una sopravvivenza media che da sette anni è diminuita a 18 mesi. Si tratta di persone con una salute sempre più fragile, che hanno più bisogno di più assistenza da parte degli infermieri e degli assistenti. «Il tentativo è far sentire durante la campagna elettorale il nostro disagio e le nostre difficoltà – dice Mario Sesana, presidente di Uneba Como – l’emergenza in ordine di tempo è il caro energia. Ma abbiamo molti problemi irrisolti sul tavolo che è necessario superare. Le quote regionali ferme, la mancanza cronica di personale con il sistema sanitario pubblico che assorbe i nostri pochi addetti rimasti. Usciamo dalla drammatica crisi dettata dalla pandemia senza riuscire davvero a rialzare la schiena. Le nostre risorse non sono inesauribili. Siamo ormai costretti ad alzare le tariffe incidendo sulle famiglie. L’alternativa è chiudere».

«Se avete a cuore gli anziani più fragili dei vostri paesi e delle vostre città, ora è il momento di dimostrarlo»

Uneba a Como ha analizzato i bilanci delle residenze per anziani del 2020 e del 2021 ed è emersa ovunque una forte sofferenza con un peggioramento dei conti degli enti. Senza personale infermieristico ci sono residenze per anziani che tengono dei nuclei abitativi chiusi non potendo garantire i livelli minimi d’assistenza. Si cercano operatori sanitari anche all’estero. Ecco i motivi dell’appello lanciato a livello regionale e nazionale il cui slogan è: «Se avete a cuore gli anziani più fragili dei vostri paesi e delle vostre città, ora è il momento di dimostrarlo». In campagna elettorale si sta discutendo molto di caro energia, meno della cura degli anziani. «Se Parlamento, Governo e Regioni non dimostreranno di avere davvero a cuore gli anziani più fragili subito – recita la nota di Uneba - le Rsa non profit continueranno ad affondare. Dopo le perdite di 2020 e 2021 per la pandemia, nel 2022, con il rincaro dell’energia, le perdite saranno per ogni posto letto in Rsa e nelle strutture residenziali per disabili da 10 a 20 euro al giorno. Si rischiano pesanti aumenti delle rette a carico delle famiglie. Proseguire così sarebbe impossibile». La crisi delle Rsa non è temporanea, è iniziata nel 2020. In questi due anni e mezzo più volte le Rsa hanno fatto appello alle autorità politiche temendo un definitivo tracollo. «Da decenni o secoli noi enti non profit di radici cattoliche ci prendiamo cura dei più fragili. Chiediamo di poter continuare la nostra missione e la cura dei fragili».

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