San Gottardo, il Ticino ha detto sì
Via libera al raddoppio del tunnel

Bellinzona approva il progetto per la realizzazione della seconda galleria. Due anni fa gli elettori si erano pronunciati favorevolmente

L’hanno ribattezzata la “guerra del San Gottardo”, con le due fazioni - favorevoli e contrari al raddoppio del secondo tunnel stradale più lungo al mondo coi suoi 16,918 chilometri - in perenne contrapposizione anche dopo il via libera delle urne (con il 57% dei consensi, era il 28 febbraio 2016) alla realizzazione della seconda galleria stradale. A pochi mesi dalle elezioni cantonali e con il pressing di buona parte dei cittadini-elettori da un lato e delle categorie dall’altro, il Governo di Bellinzona ha preso carta e penna ed ha scritto a Berna.

In sessanta pagine di dossier, il Consiglio di Stato ha approvato punto per punto il progetto esecutivo dell’opera - ultimo passo prima del via ai lavori, fissato da tempo per il 2020 - redatto dal Dipartimento federale dell’Ambiente. Insomma, Bellinzona ha sostanzialmente avallato quanto statuito da Berna - fattore tutt’altro che scontato, dopo le frizioni degli anni scorsi - per un’infrastruttura che porterà profondi cambiamenti sotto vari aspetti in Canton Ticino, in particolare nel comparto di Airolo, una delle due porte d’ingresso del Gottardo.

In particolare, la costruzione della cosiddetta “seconda canna” porterà a dividere i flussi di traffico in direzione nord e sud, migliorando la qualità della vita non solo dei territori attraversati, ma anche lungo l’autostrada A2. E qui entra in gioco Como, che più volte ha lanciato l’allarme per i mancati interventi - come l’ampliamento di Lario Tir, su cui si attendono a breve novità - sul fronte del traffico pesante. La lettera del Consiglio di Stato rappresenta un sostanziale via libera al “Gottardo bis”, che inevitabilmente obbligherà anche il nostro territorio ad attrezzarsi.

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