San Martino, altra fuga in avanti. Bongiasca insiste sul Setificio

Como Il presidente della Provincia presenta uno studio di fattibilità, costato 30mila euro

Quattro anni e 31 milioni per dare una nuova casa al Setificio, nell’area del San Martino. Uno studio di fattibilità è stato presentato ieri alla stampa dalla Provincia, ma sono ancora diversi i nodi da sciogliere.

Il presidente Fiorenzo Bongiasca ha illustrato lo studio con l’architetto Angelo Monti e il collega Stefano Seneca che hanno redatto i documenti. Bongiasca ha spiegato che l’elaborato, costato 30mila euro, non è affatto definitivo, è solo il primo passo per iniziare un percorso che si completerebbe non prima del 2026. Questo tema è diventato il vero cavallo di battaglia del presidente della Provincia, nonostante le perplessità sollevate da più parti, compreso il Comune e i candidati alla carica di sindaco del capoluogo, tutti scettici. E per portare avanti l’operazione non basta certo la volontà di Villa Saporiti. Di contro Bongiasca se l’è presa con la politica che non decide e non si assumere le proprie responsabilità, forte di un primo parere favorevole dalla Soprintendenza e di una «formale condivisione» - così l’ha definita - da parte della Regione.

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Gli architetti hanno illustrato diverse soluzioni che interessano una superficie complessiva pari a 288mila metri quadrati, il polmone verde di Como, concentrandosi però su 124mila metri quadrati che sarebbero sede della nuova “città della formazione”. Il 95% di questa area, nella quale verrebbe realizzata la nuova sede del Setificio, appartiene all’Asst Lariana, la restante parte all’Ats Insubria, enti che fanno capo alla Regione. La riqualificazione ipotizzata riguarda quasi solo il compendio centrale dell’ex ospedale psichiatrico. L’idea è accogliere circa 1.800 studenti, quando l’attuale Setificio ne conta circa 1.500. Non è previsto l’aumento delle attuali cubature. Si tratta, ha ripetuto più volte Monti, di una «rigenerazione».

La proposta prevede la demolizione di parte dei fabbricati del blocco centrale e la ristrutturazione di altre zone. Gli spazi perimetrali accoglierebbero le aule, al centro ci sarebbe posto per i laboratori e una biblioteca. Attorno sarebbe possibile ricavare dagli altri fabbricati un nuovo Museo della Seta, un museo della memoria dell’ospedale psichiatrico, una palestra, ma anche un servizio di ristorazione e una struttura dedicata alle manifestazioni culturali. «Vogliamo preservare il parco urbano – ha detto Bongiasca – i percorsi nel verde, le funzioni sportive del San Martino». Secondo la Provincia bisogna fare in fretta per accedere ai finanziamenti del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza. «Sono treni che non tornano più», ha detto Bongiasca.

Tanti punti da chiarire

Quanto all’attuale sede del Setificio, avrebbe bisogno di una riqualificazione imponente, per almeno due anni di lavori senza studenti e docenti a far lezione. «La destinazione probabile resta al settore della formazione - ha spiegato Bongiasca – ma siamo disponibili a considerare altre idee». Non sono state citate altre scuole, oltre al Setificio, coinvolte nel progetto. Se non l’Università dell’Insubria, che potrebbe utilizzare alcuni degli spazi lasciati dal Setificio.

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