Scuola, vaccini all’82% dei docenti
E per i sanitari scatta l’obbligo

Vaccinato quasi tutto il personale che si era prenotato, circa il 15% ha invece dato forfait. Da domani siero obbligatorio anche per i farmacisti

Più di otto insegnanti su dieci sono stati vaccinati contro il Covid e questo alla vigilia della riapertura, da domani, di asili, elementari e medie (solo il primo anno) in presenza.

Al 31 marzo l’82% degli operatori scolastici di ogni ordine e grado è stato vaccinato, lo scrive nero su bianco l’Ats Insubria. Attenzione, si tratta dei docenti, dei bidelli e dei presidi che hanno inviato l’adesione. Fuori restano i non aderenti e quei soggetti che non si sono presentati all’appuntamento, che sono circa il 15%.

Somministrazioni quasi finite

L’Asst Lariana per il nostro territorio fa sapere che la vaccinazione del mondo della scuola almeno per la prima dose è stata quasi completata. Il comparto scolastico, tolti gli alunni, conta circa 10mila lavoratori. La partecipazione alla campagna vaccinale secondo gli istituti e le categorie è stata massiccia. C’è però stato un iniziale timore relativo al vaccino AstraZeneca, quello scelto per coprire gli insegnanti. Il vaccino AstraZeneca infatti dopo alcuni casi di trombosi con una correlazione non accertata è stato bloccato dal nostro Paese e dalle più importanti nazioni europee fatta eccezione per l’Inghilterra.

Dopo la seconda approvazione da parte delle autorità sanitarie nei giorni immediatamente successivi il 23% degli insegnanti che aveva l’appuntamento in Napoleona, al Valduce e a Villa Aprica ha dato forfait.

Alcuni docenti però hanno raccontato di avere paura degli effetti collaterali e di aver preferito attendere. Oggi questa percentuale è scesa, maestri e docenti vogliono in maggioranza vaccinarsi. Preso un campione significativo, tutte le vaccinazioni del mondo scolastico fatte da Villa Aprica, su 1.341 appuntamenti ne sono saltati 218, il 16%. Nel complesso il 98,4% delle vaccinazioni dedicate al mondo scolastico, sempre secondo l’Ats, è stata fatta con AstraZeneca, l’1,6% con Pfizer o Moderna. Questo perché, a fronte di particolari condizioni di salute e patologie pregresse, medici e vaccinatori anche per precauzione hanno consigliato di non usare AstraZeneca. In realtà adesso AstraZeneca in Italia è consigliato a tutti i cittadini, anche gli anziani. Fanno eccezione gli estremamente vulnerabili, un ridotto numero di malattie davvero gravi e invalidanti.

Tanti cambi di rotta

Certo è un fatto che su AstraZeneca più volte si è deciso di cambiare rotta e ciò ha generato un senso di scarsa fiducia. A febbraio l’Italia aveva consigliato il siero anglo svedese sotto ai 55 anni, poi sotto ai 65, quindi dopo uno stop è stata estesa la vaccinazione a tutti salvo gravi patologie. Adesso, paradossalmente, altre nazioni europee come Olanda e Germania hanno fatto scattare ulteriori stop totali o parziali.

Nel frattempo da domani, come previsto dal decreto Draghi, scatta l’obbligo vaccinale per il comparto della sanità. Deve vaccinarsi chi lavora «nelle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali». La vaccinazione è un requisito essenziale, il datore può adibire il lavoratore ad altre mansioni, ma non fosse possibile si viene sospesi senza retribuzione. La misura dura fino al 31 dicembre.

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