Scuole e “quota 100”, pericolo scampato
I prof scelgono di lavorare ancora

Si temeva il “vuoto” per il prossimo anno nelle cattedre della provincia di Como - Ma le proiezioni dei sindacati smentiscono le previsioni: poche decine i docenti che se ne vanno

Giovedì si avrà il quadro definitivo. Ma, a due giorni dalla dead line, il numero di docenti che usufruiranno di “quota cento” è più basso rispetto alle previsioni iniziali e alla cifra totale di chi ne avrebbe diritto.

Se nelle settimane scorse i sindacati erano stati presi d’assalto da tantissimi insegnanti per capire come fare e se sfruttare la finestra per la pensione convenisse o meno, alla fine saranno meno di un centinaio i docenti interessati all’opzione.

La cifra ridimensiona un po’ la preoccupazione per l’inizio del prossimo anno scolastico e per le cattedre lasciate vuote. Si tratta di una cifra che non dovrebbe incidere in misura così significativa sugli organici. O meglio, non dovrebbe peggiorare lo scenario previsto per settembre. Fermo restando che, come sempre, la situazione sulle “cattedre scoperte” per il prossimo anno si conoscerà nel dettaglio più avanti.

Per quota cento, le strutture territoriali della Cisl hanno raccolto una cinquantina di domande: «C’è voglia d’andare in pensione - spiega Albino Gentile, scuola Cisl dei Laghi -, la tendenza, da noi, è questa. Certo, poi bisogna considerare le situazioni e la convenienza». Senza entrare troppo nel tecnico, se il meccanismo di calcolo è retributivo, le condizioni di fatto non cambiano. Chi, invece, ha un sistema misto, potrebbe avere una penalizzazione maggiore e decidere, quindi, di non sfruttare l’opzione. «Sugli organici - continua Gentile - per l’anno scolastico futuro potrebbero crearsi lacune, ma vanno considerati i concorsi che si stanno bandendo. Se la macchina funzionerà alla perfezione, non ci saranno grossi scossoni. Ma, di fatto, sul nostro territorio, ci sono alcuni comparti in sofferenza, come quello primario, a prescindere dalla quota cento».

Nelle sedi provinciali del patronato Uil, sono una quindicina le domande inviate: «Rispetto alle tantissimi richieste di chiarimenti precedenti, in pochi hanno preso in considerazione l’opzione - commenta Gerardo Salvo, segretario provinciale Uil Scuola - In grandissima parte, chi ha già raggiunto i quarant’anni di lavoro e rischia una penalizzazione, preferisce andare avanti. Chi decide, invece, d’andare è perché magari non ce la fa più. Rispetto all’inizio, la situazione si è ridimensionata e a settembre, circa gli organici, non dovrebbero esserci troppi disagi ulteriori».

Al patronato Cgil sono arrivate una ventina di domande circa: «Uno fra i problemi ha riguardato la tempistica - commenta Rosaria Maietta, segretaria provinciale Flc scuola -, le persone sono state costrette ad accalcarsi nelle strutture per capire i requisiti e valutare la propria posizione. Il clima d’incertezza non ha aiutato nella scelta».

Per l’inizio dell’anno scolastico prossimo, le ripercussioni di chi ha scelto l’opzione quota cento non dovrebbe incidere in maniera così significativa: «Considerati i concorsi, i posti saranno coperti. Se fossero state confermate le previsioni iniziali, quando si parlava di centinaia d’insegnanti, allora sì avremmo potuto parlare di un problema reale. Considerati i concorsi già previsti, credo non ci saranno ulteriori peggioramenti».

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