Senzatetto a S. Francesco
«Il Comune apra l’ex chiesa»

La proposta di Como senza frontiere: soluzione semplice, basta aprire una porta

Come risolvere la situazione dei senza tetto a San Francesco? Per la rete “Como senza frontiere”, la risposta è semplice e forse un pochino provocatoria: basta aprire la porta e mettere a disposizione gli spazi dell’ex chiesa. La proposta è diretta all’amministrazione, chiedendo di «prendere con rapidità una decisione tanto coraggiosa quanto semplice - scrivono - senza nascondersi dietro improbabili scuse».

Dopo la fine di “Emergenza Freddo”, decine di persone sono rimaste senza un tetto sopra la testa. I numeri sono variabili e difficilmente quantificabili: c’è chi se n’è andato, altri hanno trovato un riparo da conoscenti. Ma sono tanti, italiani e migranti (il numero maggiore) quelli che, ogni notte, cercano uno spazio in cui stare, dagli edifici abbandonati come l’ex dogana alla piccola locomotiva ai giardini a lago fino al portico di San Rocco.

La differenza rispetto agli anni precedenti è data dall’afflusso di migranti di cui è stata protagonista la nostra città negli ultimi due anni. Quello scorso, infatti, in questo stesso periodo, cominciava a popolarsi l’androne dell’autosilo Val Mulini (oggi recintato e inaccessibile) rimasto rifugio notturno fino a dicembre, quando le persone furono ospitate all’interno dei tendoni nel giardino del centro cardinal Ferrari. Per la notte, sotto il portico dello spazio Ratti si riparano una ventina di persone. Da qui, l’idea di Como senza frontiere per trovare una soluzione parziale: «Costi? Zero - aggiungono -. Basta aprire una porta. Rischi? Zero. Migranti e volontari hanno tenuto perfettamente pulito per mesi il piano terra dell’autosilo Valmulini, nonostante le condizioni al limite e le ciniche decisioni dell’amministrazione cittadina che aveva persino fatto chiudere l’acqua di un rubinetto nelle vicinanze».

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