Servono hotel per le quarantene Covid
Ats chiama, nessuno risponde

A Varese si sono già offerti otto albergatori, a Como nessuno Lo Stato paga 85 euro al giorno a camera. Camesasca: «Non può funzionare»

Como

Hotel per le quarantene, da Varese otto proposte, da Como neanche una.

Per gli albergatori l’hotel Covid è molto poco allettante. L’Ats Insubria nelle scorse settimane ha aperto una manifestazione d’interesse per trovare delle strutture utili all’isolamento delle persone con pochi sintomi o asintomatiche. Persone che a casa non riescono ad isolarsi a dovere, magari perché abitano in appartamenti stretti, finendo così per contagiare i familiari.

In cambio a camera vengono corrisposti 85 euro al giorno compresi servizi di pulizia e vitto.

Soltanto silenzio

Ieri mattina però i vertici dell’agenzia per la tutela della salute hanno spiegato che da Como nessuno ha ancora alzato la mano. Dal territorio di Varese ha risposto un hotel di Caronno, uno di Saronno, uno a Somma, uno a Induno, due a Varese e altrettanti da Gallarate. Dopo i sopralluoghi si deciderà dove attivare le quarantene.

Se i comaschi non dovessero rispondere all’appello anche i nostri contagiati potrebbero essere trasferiti negli alberghi del varesotto. Ats comunque ha lasciato il bando aperto e spera che altri alberghi si propongano. Nella nostra città da mesi si discute di attivare servizi simili, altrove, a Monza o a Milano, questi alberghi sono una realtà.

A Como si attende almeno la riapertura dell’area Covid per i casi lievi in Napoleona. Anche il sindaco Mario Landriscina aveva spiegato di lavorare sul tema e di avere una proposta pronta sul tavolo.

«Come categoria dico che chi parla di hotel Covid non ha mai lavorato nel settore - dice Andrea Camesasca, vice presidente degli albergatori comaschi -. La comunicazione è fondamentale. Chiedere ad un imprenditore di aprire un hotel Covid non funziona. Per favore. Non discuto l’utilità delle strutture, sono importanti, è una giusta misura anti contagio, servono. Anche il bando dell’Ats Insubria l’ho letto, è sensato, ben fatto». Per un hotel sarebbe insomma un danno d’immagine.

«Tutti in buona salute»

«Abbiamo comunque più volte divulgato la proposta e rimanderemo l’invito a tutti gli iscritti – dice ancora Camesasca –. Può anche darsi che finita la stagione estiva molti albergatori abbiano chiuso le porte e si siano trasferiti altrove durante questo nuovo picco epidemico e non siano aggiornati o interessati all’opportunità».

L’Ats resta a disposizione e anzi rinnova la proposta. Rassicurando che salvo i servizi base la gestione sanitaria degli eventuali ospiti sarebbe ai minimi termini, le persone che necessitano di fare la quarantena sarebbero comunque in buona salute, senza sintomi preoccupanti e da curare.
S. Fer.

© RIPRODUZIONE RISERVATA