Sfratto ai pedalò, la rabbia del “Tasell”
Csu replica: «Lì non potevano più stare»

Gianni Grammatica: «Non dovevano farci uno scherzo simile»

«Andranno al museo svizzero dei trasporti di Lucerna. Orgoglioso? Sì, per carità. Ma non era quello che avevo in mente. Preferivo restassero qui. Per me, non dovevano muoversi da Como». Non era la fine che si aspettava per i suoi pedalò. O meglio, non voleva fosse ora, dopo sessantasei anni di onorato servizio.

Ha l’amaro in bocca Gianni Grammatica, per tutta la città (e non solo) il “Taséll”, da una vita in piazza Cavour: «Non dovevano farci uno scherzo simile - aggiunge - peraltro, noi non volevamo spostarli. Ma, a causa del cantiere delle paratie, è stata eliminata la scalinata del lungo lago e abbiamo dovuto muovere la flotta». Come racconta Grammatica, Csu ha chiesto loro di liberare entro fine ottobre (poi è stata concessa una proroga di due settimane) gli ormeggi da Sant’Agostino dove si trovavano gli ultimi pedalò rimasti: il Comune non prevede servizi di noleggio in quegli attracchi.

Il direttore Marco Benzoni chiarisce l’azione di Csu: «Premesso - specifica - che noi gestiamo lo spazio in sub concessione dal Comune. Non è un porto privato bensì pubblico. Per via dei lavori delle paratie, i pedalò erano stati spostati lì. In quegli ambiti portuali, però, non è possibile svolgere il tipo di attività che loro portavano avanti».

Da qui, quindi, la richiesta: «Sapevano benissimo non fosse un contesto stabile o duraturo - aggiunge Benzoni - inoltre, la situazione provvisoria si è protratta per molto tempo. Non voglio fare polemica, ma non abbiamo fatto altro che ottemperare alle disposizioni del Comune».

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