Siamo entrati in Ticosa. Era aperto...
Altro che area blindata, recinzioni divelte

Chiunque può accedere alla ex tintostamperia. Giungla e tanti rifiuti. La consigliera Mantovani: «Il Comune garantisca la sicurezza»

Entrare in Ticosa è facilissimo. Anche in pieno giorno. Le recinzioni su via San’Abbondio sono completamente a terra e chiunque può tranquillamente camminarci sopra e trovarsi, in un secondo, all’interno dell’area della ex tintostamperia. Da lì si può andare ovunque. Ci si può avvicinare alla Santarella, la vecchia centrale termica dismessa da anni e da altrettanti diventata un rifugio per disperati. Lì le grate sono chiuse con il lucchetto, ma dalla parte più bassa una persona ci passa tranquillamente. All’interno dell’edificio che oltre all’abbandono ha superato anche un incendio ci sono vestiti, coperte, una rete a doghe appoggiata alla parete.

Dove un tempo si trovavano i parcheggi e gli edifici della storica fabbrica comasca, adesso ci sono oltre 40mila metri quadrati di vegetazione incolta, dislivelli, reti e spuntoni abbandonati oltre a quello che resta di una bonifica iniziata e non ancora ultimata dopo anni. Si vede bene quella che a Palazzo Cernezzi chiamano “cella 3”, da cui dovrà essere rimosso l’amianto rimasto nel sottosuolo. Un signore straniero sbuca da dietro un cespuglio, chiede di non essere fotografato, si scusa per la sua presenza e si allontana.

Proseguendo il cammino si può arrivare fino all’ormai famoso laghetto muovendosi indisturbati. Per uscire c’è l’imbarazzo della scelta visto che anche sul lato che si affaccia verso via Grandi, di fronte alla questura, le recinzioni in metallo sono state in parte abbattute. Non sono legate con il fil di ferro e nemmeno appoggiate. Bisogna solo fare attenzione a dove si mettono i piedi per evitare di inciampare in quello che resta della rete.

«Quello che mi più stupisce - lamenta Ada Mantovani, consigliera del gruppo misto che ha effettuato un sopralluogo sull’area - è che a distanza della segnalazione già fatta in consiglio non si sia mosso nulla. Ci troviamo di fronte non tanto a un problema di decoro, ma di sicurezza. Qui vicino c’è una discoteca molto frequentata dai giovani, pensiamo a cosa potrebbe succedere se qualcuno di loro entrasse visto che non c’è più alcuna recinzione. Senza contare che chiunque potrebbe utilizzare l’area anche per attività illecite. Ci sono infinite situazioni di pericolo e il Comune non può consentire che chiunque possa accedere, senza fatica, a un’area tanto vasta e in quelle condizioni». Non solo. Mantovani fa anche notare che quanto sta succedendo in Ticosa non rispetta nemmeno le norme che la stessa amministrazione chiede a tutti, in primis ai privati, di rispettare. «Nel nuovo regolamento di polizia locale che entrerà in vigore tra nove giorni come sottolinea il countdown messo sul sito - aggiunge - il Comune impone ai proprietari di edifici di mantener in sicurezza e in stato decoroso gli edifici dismessi. Forse sarebbe il caso di dare il buon esempio».

In effetti il testo dell’articolo 17 recita che «gli edifici in disuso devono essere mantenuti in sicurezza e in stato decoroso» e che «si dovranno attuare tutti gli accorgimenti possibili per evitare indebite intrusioni». Le recinzioni sono ancora divelte. Da settimane ormai.

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