Siccità, adesso Como corre in aiuto di Varese. Pronti 6mila sacchi d’acqua

Lereti Nella caverna sotto il Baradello in funzione un’apposita macchina. «Grazie al lago da noi non c’è nessun problema di approvvigionamento»

Sembra strano in un momento in cui l’immagine della lingua di sabbia che affiora dal lago è diventata il simbolo della siccità. Eppure Como è ricca d’acqua, talmente ricca che si sta attrezzando per soccorrere Varese qualora, nei prossimi mesi, la crisi idrica dovesse diventare un problema per l’approvvigionamento della popolazione.

Acquedotto efficiente

Siamo ricchi perché abbiamo un acquedotto di serie A, con perdite attorno al 16-17% a fronte di una media nazionale del 40%, ma soprattutto perché il nostro gestore - Lereti, gruppo Acinque - per rifornire le case della città pesca nel lago a 40 metri di profondità, un punto di captazione che nessuna siccità potrà mettere a repentaglio.

Altrettanto non si può dire di Varese: non tanto per la città ma per diversi paesi della provincia (tutti gestiti da Lereti), che attingono a sorgenti che possono facilmente andare in sofferenza con l’attuale scarsità di pioggia. Ecco quindi che nella caverna sotto il Baradello, dove si trova l’impianto di potabilizzazione che serve Como, una macchina sta confezionando migliaia di sacchetti d’acqua da un litro, pronti per la distribuzione.

«La macchina impacchettatrice esiste da sempre - spiega Pierpaolo Torelli, amministratore delegato de Lereti - Confeziona sacchetti sigillati da un litro, all’acqua vengono aggiunti sali d’argento che la rendono potabile per lunghissimo tempo. Noi comunque non la conserviamo più di un anno, e ogni tre mesi facciamo dei controlli a campione sulla qualità. Ne abbiamo pronti seimila, vista la scorta la produzione ora è ferma ma possiamo riprenderla in qualunque momento in base alla necessità».

La macchina riempie due sacchetti al minuto, lo scopo è proprio avere - anche grazie a una serie di autobotti - una riserva in caso di mancanza di acqua: eventualità che finora si è verificata davvero poco (si ricorda una distribuzione di sacchetti nel 2004 per un guasto che colpì Breccia e Prestino per mezza giornata) ma che quest’anno, con la metà di precipitazioni rispetto al precedente, è una prospettiva realistica per i nostri vicini di casa.

Seicento litri al secondo

Grazie alla presenza del lago, Como è al riparo da questo tipo di sofferenza, ed è anzi nella condizione di aiutare chi sta peggio: «Attualmente captiamo e trattiamo 600 litri al secondo, e non stiamo sfruttando l’impianto al cento per cento. La città non correrà mai il rischio di restare a secco - aggiunge l’amministratore delegato - Non per nulla in città, contrariamente a quanto avvenuto quasi in tutti gli altri comuni, non sono mai state emanate ordinanze di limitazione del consumo dell’acqua».

Anzi, la nostra situazione idrica è talmente florida che l’aiuto a Varese potrebbe diventare strutturale: «Due anni fa Arera - spiega ancora Torelli - l’autorità che regola le tariffe, ci ha chiesto di investire in opere strategiche per il territorio: è nato così il nostro progetto di una tubatura fra Como e Malnate per portare l’acqua del lago a Varese. Il progetto preliminare c’è già, i finanziamenti deriverebbero dalle tariffe dei due territori. Sarebbe il primo progetto interambito in Italia, si potrebbe partire con il cantiere in sei mesi-un anno. E dell’acqua comasca a quel punto potrebbero beneficiare anche i Comuni comaschi che si trovano lungo l’asta della statale».

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