Solo il 60% torna in classe
I presidi: «Decisione giusta»

Nelle scuole comasche sospiro di sollievo dopo le nuove regole E sui ragazzi di quinta tutti in presenza Volta e Ciceri restano scettici

Un sospiro di sollievo da parte delle scuole lariane. A meno di clamorose sorprese, le nuove indicazioni del governo prevedono da lunedì e fino alla fine dell’anno scolastico, per le regioni in zona gialla o arancione, la didattica in presenza per le superiori dal 60% al 100% (per le zone rosse, si andrà dal 50 al 75%). Bisognerà avere un occhio di riguardo per i maturandi: dal ministero dell’Istruzione, infatti, indicano le quinte superiori come le classi cui dare priorità per la presenza.

L’obiettivo, qualora ce ne fosse la possibilità, è comunque di provare a riportare ogni studente a scuola, ma viene tolta dal tavolo l’ipotesi dell’obbligatorietà.

I presidi soddisfatti

Il Volta, fin da subito, aveva escluso di riuscire a riavere tutti a scuola: «Era davvero infattibile – spiega il preside Angelo Valtorta – non ci sarebbero stati i requisiti di sicurezza. Invece, non abbiamo difficoltà ad alzare fino al 60%: del resto, è una percentuale che stiamo già sfiorando. Andare oltre, al momento, non è fattibile: vedremo però come evolve la situazione». Sulla maturità, pur condividendo l’idea, sottolinea come potrebbe avere delle controindicazioni: «Per riportare tutte le quinte servirà sempre fare il conto degli spazi – aggiunge – in linea teorica è una proposta condivisibile e da prendere in considerazione. Sarei, forse, un po’ più prudente, anche in prospettiva contagi: dobbiamo tenere conto che sono i ragazzi che avranno poi l’esame a metà giugno».

Soddisfatto del cambio di rotta il preside del Ciceri Vincenzo Iaia: «Non è detto però riesca a risolvere tutti i problemi – precisa – portare al 60% significa comunque sconvolgere gli orari e l’organizzazione. Se introduciamo anche la variabile delle quinte sempre in presenza, quindi per noi 250 alunni circa, crea problemi non da poco da un punto di vista logistica». Oltre all’orario, servirebbe incastrare la rotazione delle classi. «Inoltre abbiamo anche qualche docente in comune con altre scuole».

Sul fronte dei trasporti, almeno sulla carta, non dovrebbero esserci problemi, essendo stata confermata martedì l’organizzazione tarata sul 75% degli studenti in presenza.

«Portare tutte le quinte in presenza? È una buona idea e cercheremo di metterla in atto – commenta il dirigente del Giovio Nicola D’Antonio – anche perché cominciano le prove Invalsi e i ragazzi sarebbero comunque in aula».

Anche la preside del Caio Plinio Silvana Campisano sta lavorando per riportare le sezioni dell’ultimo anno in via Italia Libera. «Stiamo anche riguardando l’organizzazione per portare più spesso in presenza le classi alle prese con difficoltà: in questi mesi è emerso come i problemi degli studenti siano diversi e, forse, la parte legata al rendimento e alle insufficienze è quella meno preoccupante».

Infine, arriva l’invito a lavorare, pensando già al prossimo anno. «Il 26 aprile è vicino e, a livello generale, non siamo ancora pronti – conclude – questo dato deve aprire una discussione da parte di tutti, dalle scuole agli enti locali e ai trasporti. Non si è fatto abbastanza: in prospettiva, finiti gli esami di Stato, tutti andranno in ferie e ci troveremo ancora una volta a dover organizzare tutto entro settembre. Il rischio è che ci si ritrovi al punto di partenza».

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