Tagli in Ca’ d’Industria, meno 63 dipendenti negli ultimi due anni

Anziani Rimane la costante ricerca di infermieri ma il personale complessivo è calato a 331 persone: «Era eccessivo rispetto alla necessità del servizio»

In due anni 63 dipendenti in meno in Ca’ d’Industria, mentre è ancora incerto il futuro di villa Celesia e dell’assistenza domiciliare.

Dopo il drammatico 2020, non senza sacrifici, le residenze per anziani cittadine sono riuscite a costruire un bilancio in sostanziale pareggio, rientrando da un debito ingente.

Ancora incerto il futuro di Villa Celesia

La partita maggiore riguarda il personale. Intanto, la diminuzione dell’utenza e la necessità di razionalizzare i costi ha portato a non prorogare i dipendenti a tempo determinato. A seguito di una trattativa sindacale i nuovi assunti hanno firmato contratti non più con la pubblica sanità, ma con meno onerosi accordi di settore. «Il numero dei dipendenti in questo particolare frangente è risultato superiore alle normali necessità operative per il normale funzionamento dei servizi – si legge nel bilancio sociale - per questo motivo, se in scadenza, sono stati rinnovati solo i contratti strettamente necessari anche per cercare di rientrare nelle notevoli spese. Nel triennio il numero dei dipendenti si è costantemente ridotto passando dai 394 del 2019, ai 371 del 2020 fino ai 331 alla data del 31 dicembre del 2021».

Un tema a parte riguarda la carenza di infermieri, professionisti ormai introvabili. «Durante l’anno 2021 è stata ed è tuttora gravissima la situazione di carenza di personale infermieristico in particolare nella Rsa di Rebbio, ove si sono assentati sei infermieri sui nove normalmente in servizio. Diversi i tentativi che sono stati fatti per fronteggiare tale carenza. Un bando con soli due candidati. Domande a società di lavoro interinale andate a vuoto. Un contatto con la Protezione civile senza risultati. La richiesta inascoltata per l’invio di militari.

Ca’ d’Industria nel 2021 ha accolto 314 ospiti

Una comunicazione al Presidente della Repubblica con un aiuto ricevuto dall’ospedale Sant’Anna con un’assunzione finale». In certi momenti la mancanza di personale infermieristico ha messo in difficoltà l’esecuzione del servizio senza mai scendere sotto i livelli qualitativi fissati dalle norme. La Ca’ d’Industria ha poi annunciato a maggio del 2021 la chiusura di villa Celesia, la residenza per autosufficienti è formalmente chiusa per ristrutturazione dal luglio dell’anno scorso. Esistono dei bandi all’interno del Pnrr, il piano nazionale di resilienza, cui partecipare. La Fondazione con Regione, Ats e Asst ha effettuati più incontri per immaginare un rilancio. Non sono stati però aperti concorsi regionali per fornire nuova assistenza domiciliare. Le prime indiscrezioni, scrive la Ca’ d’Industria, guardano a settembre. Secondo uno studio citato dalla Fondazione entro quattro anni il 10% degli over 65 riceverà cure direttamente a casa.

La Ca’ d’Industria nel 2021 ha accolto 314 ospiti, più venti nel centro diurno aperto per soli due mesi. È un dato positivo, migliore rispetto al 2019. Le liste d’attesa in due anni sono passate da un centinaio di domande inevase a quasi zero. Il bacino d’utenza a Como di anziani over 75 conta 70.700 persone.

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