Ticino, la provocazione
«Basta con gli italiani
che vengono a passeggio»

Fa discutere l’intervento di Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato ticinese, sulle misure drastiche per controllare i passaggi in frontiera

Per certi versi, ha giocato d’anticipo il presidente del Governo di Bellinzona, Norman Gobbi, che dalle colonne de “Il Mattino della Domenica” - il domenicale della Lega dei Ticinesi - ha chiesto di serrare i ranghi ai valichi di confine, prima ancora che la richiesta ufficiale arrivasse in quel di Berna attraverso una lettera con le firme dei più importanti partiti dalla vicina Confederazione. Lettera in cui si parla anche di “tamponi sistematici (ogni tre giorni) ai frontalieri”.

«La Germania e mezza Europa - dalla Francia di Macron all’Austria - vogliono chiudere le frontiere e noi che facciamo? - la domanda di Norman Gobbi -. Come Ticino, abbiamo chiesto di chiudere i valichi minori, garantendo alcune finestre temporali d’apertura per i frontalieri impiegati nel settore sanitario. Abbiamo chiesto anche di rafforzare i controlli su chi entra attraverso i valichi principali, dando la disponibilità della polizia cantonale di andare in appoggio alle guardie di confine per questi controlli. Mentre si parla della necessità di un passaporto per le vaccinazioni, Berna nicchia».

Ma Norman Gobbi è tornato, dalle colonne de “Il Mattino della Domenica”, a porre con forza l’accento anche su un altro aspetto evidenziato negli ultimi dieci giorni e cioè che «ogni ticinese si è reso conto che sul nostro territorio non ci sono solo i frontalieri, che sono qui a lavorare». «Il sabato e la domenica viene segnalata la presenza di italiani che vengono per fare la passeggiata in montagna, ma anche lungo le rive dei nostri laghi - fa notare il presidente del Consiglio di Stato -. Sono movimenti che non potrebbero fare all’interno dei confini italiani. Non vedo perché debbano approfittare della Svizzera per aggirare i loro divieti».

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