Transenne allo stadio
e lungolago blindato
«La città è in gabbia»

Turisti e residenti contestano le reti collocate per contenere i tifosi durante la partita. «Da Pavia per vedere il lago, che delusione»

Città chiusa per tifo. Come ogni fine settimana da settembre a questa parte anche ieri la zona stadio era completamente inaccessibile a causa delle transenne installate attorno al Sinigaglia, dove si è disputata la prima giornata di ritorno del calendario di serie B.

Una soluzione, quella delle recinzioni, che serve a formare i percorsi e a dividere i tifosi prima e dopo la partita, in modo da garantire la sicurezza di tutti. Ma che non piace a comaschi e turisti che, da un lato, si trovano un pezzo di lungolago inaccessibile e, dall’altro, si trovano privati di un’ampia area di sosta in una città da sempre in lotta con la carenza di posteggi.

E stupito - e scocciato - dell’impossibilità di sfruttare appieno la città è soprattutto chi arriva per la prima volta a Como, magari dopo essersi fatto tanti chilometri in auto. «Per me è la prima volta in città – racconta Eleonora Fadda di Pavia – è un vero peccato non poter fare una passeggiata in questo pezzo di lungolago. Trovo che sia ingiusto bloccare così la zona, soprattutto a causa del calcio. Sarebbe sicuramente meglio lavorare molto di più sulla prevenzione degli scontri tra tifoserie e sull’educazione».

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