Turismo, un agosto al 65%
«Ma ora la stagione è finita»

A Como gli albergatori parlano di un mese discreto, dopo l’avvio flop Timori per le prossime settimane. E i soggiorni si limitano a un giorno o due

Agosto a Como è durato tre settimane. Una fiammata, che non ha illuminato la città più di tanto: in media si è raggiunto il 65% di occupazione, dice il presidente degli albergatori di Confcommercio Roberto Cassani. E mentre si sposta l’asticella della ripresa sempre più in là, si sottolinea: quei 500 milioni promessi per le città d’arte, tra cui il nostro capoluogo, è bene che arrivino in fretta alla meta.

«Sarebbe dannoso, anzi irreparabile – osserva Giuseppe Rasella, delegato per il turismo nella giunta camerale – se il tessuto urbano perdesse ristoranti e negozi».

Secondo Cassani in città agosto è stato tutto sommato discreto, «perché ha influito il bonus vacanze e tanta gente ha deciso di farsi delle vacanze brevi, e vicino, ma – precisa subito – già da questa settimana siamo riprecipitati allo standard di giugno, 20-25%». Settembre non si preannuncia invitante: «Poi non ci sono più eventi, vedremo, magari il sabato e la domenica. E poi si dà troppa enfasi alle notizie dei contagi. Noi qui viviamo di programmazione dagli Stati Uniti e dall’Australia, lì non si muoveranno fino al 2021».

Se l’anno scorso a giugno c’erano stati 36mila arrivi dall’Italia, nel 2020 si sono dimezzati. Ma gli stranieri (146mila) sono scesi a 12mila. «Le città d’arte sono più in affanno rispetto ad altre località per il calo del turismo internazionale – osserva Rasella – Per settembre, di solito uno dei mesi migliori per il capoluogo, vediamo anche il meteo, anche questo influisce perché questi turisti vengono in auto».

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