Ufficio turistico di piazza Cavour
Le guide: «Grave errore la chiusura»

Proteste per la decisione ormai definitiva assunta dall’amministrazione provinciale. Caprani: «Non può finire così». I dipendenti: «Si decreta la fine di un servizio prezioso»

«Scusi, mi sa dire dov’è l’ufficio di informazione turistica?». A settembre la risposta sarà semplice: «Non esiste». In piena stagione turistica l’ufficio di piazza Cavour non sarà più operativo e, con tutta probabilità, non avrà nemmeno una nuova location.

Zero soldi, lo Iat chiude. Una questione politica che potrebbe mettere in ginocchio un comparto fondamentale per la provincia di Como. Finisce così un’epoca che risale a 40 anni fa quando l’allora Azienda di promozione turistica, con alla guida lo storico presidente Piergiorgio Cairoli, funzionava con gli ingranaggi perfettamente oliati assicurando un valido servizio ai turisti.

Ora le professionalità ci sono, ma mancano i soldi e pare che la Provincia non abbia trovato una soluzione, affitti troppo cari, Villa Gallia non ce la fa.

«Serve continuità»

Una polemica che non lascia indenni le impiegate dell’ufficio e nemmeno la responsabile delle guide di Como, Roberta Caprani, che non si ferma. E, anzi, annuncia battaglia. Insieme alle due impiegate dello Iat, chiede serietà all’Amministrazione perché si impegni a garantire continuità all’attività.

«La vicenda risale a tre anni fa - spiega Maria Mancini, una dele impiegate - non è una questione di un giorno, un mese, sono tre anni e l’assessore non ha preso ancora una decisione. Mancano i fondi, va bene, ma il turismo è un comparto importante per la provincia e l’organizzazione di un servizio continuo è fondamentale. Il flusso dei turisti è tale che una città come Como non può abbassare le serrande. Non disquisisco sul lavoro svolto dall’Info point del Broletto, ma sappiamo anche che la nostra esperienza è tanta e tale da essere in grado di fornire ogni tipo di indicazione che va oltre la città di Como, la sua provincia e il lago».

«La politica latita»

Roberta Caprani polemizza sui social e su Facebook lancia una denuncia a cui fa seguire una posizione netta: «Parliamo di turismo, di perno dell’economia, di crescita e di investimenti. Non possiamo permetterci un’interruzione del servizio di informazione turistica solo perché la politica non trova una soluzione. In questi anni le responsabili dell’ufficio sono state un valido supporto, la loro professionalità è riconosciuta a tutti i livelli e gli stessi tour operator si affidano a loro per raccogliere le indicazioni utili per organizzare i viaggi sul lago. Non scherziamo. Como, il suo lago, la provincia, sono in fermento e queste attività si pongono come trait d’union tra il territorio e il mondo. Sono un supporto importante per chi deve fare turismo. Qui ci sono 40 anni di storia, gli archivi storici. È una questione seria, l’informazione non deve morire».

La polemica non sembra avere fine e nei corridoi dei palazzi della politica la polemica di una nuova strategia per supportare altri enti alla gestione del flusso turistico è voce sempre più insistente.

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