Vaccini, l’obiettivo è il 75%
I medici di famiglia chiamano gli scettici

Rallenta la campagna vaccinale mentre aumentano le “sacche” di resistenza no-vax - Ai camici bianchi gli elenchi: spetterà a loro contattare (e convincere9 i contrari

I medici di famiglia stanno ricevendo gli elenchi dei non vaccinati: ora dovranno chiamare e convincere anche i più scettici. L’obiettivo è quello di arrivare a settembre con una copertura ottimale, che si vuol fare coincidere a una percentuale quantomeno pari al 75% degli assistiti sopra i 12 anni.

I medici di famiglia dovranno anche acquisire la motivazione della contrarietà, segnalare le persone che hanno bisogno della vaccinazione a domicilio e rendersi disponibili per le future terze dosi porta a porta. All’appello mancano soprattutto i giovani, gli anziani sono quasi tutti al sicuro. «Su circa 1.500 assistiti devo contattare 400 persone – spiega per esempio Arnaldo Butti, medico ad Albate –. Sono davvero tante. L’elenco è aggiornato al 30 giugno, può darsi che ci siano pazienti guariti di recente, giovani che attendono di tornare dalle vacanze. Ma l’impressione è che ci sia una quota consistente di gente convintamente contraria alla vaccinazione. Noi ascoltiamo le motivazioni più stravaganti, che talvolta suggeriscono un vero disagio personale».

I più sembrerebbero temere AstraZeneca. «La larga maggioranza dei miei assistiti ha fatto o ha prenotato il vaccino – ragiona Marzio Gusmaroli, medico condotto in città – e già da giorni sto cercando di convincere quelli che intendono sottoporsi ma rimandano. È importante invece mettersi subito al sicuro, togliendo al virus modo di circolare soprattutto per evitare una nuova ondata da ottobre. Penso che ci sia stata una cattiva comunicazione in particolare con AstraZeneca, troppi cambi contrastanti relativi alle età».

«Bisogna cercare di fugare dubbi e timori – ribadisce Paolo Iaria – Molti sono sono disorientati, soprattutto per colpa dei messaggi contrastanti su AstraZeneca. Ho qualche centinaio di pazienti a cui telefonare». Convincere i veri “no vax” non sarà comunque un compito facile. «Attacchiamoci al telefono – dice Daniele Luraschi, lui pure medico di famiglia di Como –, ma senza farci illusioni. Sarà un grande successo se i circa 25mila over 60 comaschi non ancora vaccinati diventeranno dopo le nostre chiamate 15mila. Uno zoccolo di cittadini convinti no vax c’è. I più sono perplessi sulla rapida sperimentazione dei vaccini, credono che sia stata troppo veloce per garantire la sicurezza del presidio, non giustificano il fatto come una corsa per uscire dall’emergenza».

Gli anziani non vaccinati sono comunque pochi, le fasce d’età più scoperte sono quelle di trentenni e minorenni. Negli ultimi giorni le nuove prime dosi sono pochissime, martedì in provincia ne sono state somministrate 450, con 6.372 richiami. Mancano le nuove prenotazioni, la campagna rallenta. «Mancano all’appello i ritardatari, ma anche i più ostici – dice il dottor Marco Fini – persone, mi spiace, a volte ignoranti o magari solo superficiali. La vaccinazione di massa è una questione di salute collettiva, di interesse pubblico, è un bene comune. Ma per convincere questi cittadini bisognerà usare anche argomenti privati e personali, come il green pass come lasciapassare per spostarsi e fare molte attività». L’obiettivo non è comunque irraggiungibile. «Anche io ho circa 400 assistiti non vaccinati – conclude Giuseppe Enrico Rivolta –. Molte però sono persone risultate positive. Tra i mancanti i più sono giovani, gli anziani scoperti sono pochissimi. Fare opera di convincimento è un lavoro che non mi spaventa».

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