Vaccini obbligatori, tutti li chiedono
Centralini in tilt, nessuno dà indicazioni

Centinaia di telefonate dei genitori all’Asl e ai pediatri per sapere come comportarsi - Allo studio una nuova campagna: «A breve si saprà tutto». Più di mille i bambini interessati

Como

Ospedali e ambulatori sono bombardati da centinaia di telefonate, in questi giorni. Sono le mamme a chiamare, l’interrogativo è sempre lo stesso e riguarda i vaccini.

Le autorità sanitarie comasche stimano che più di un migliaio di bambini dovrà essere vaccinato in fretta, entro l’1 settembre. Il governo ha deciso di rendere obbligatori 12 vaccini (contro poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, haemophilus di tipo B, anti meningococco B, morbillo, rosolia, parotite, varicella, anti meningococco C) pena l’impossibilità di iscrivere i bambini, da zero a sei anni, all’asilo. Per le scuole dell’obbligo, invece, fino ai 16 anni, in assenza di vaccinazioni scattano multe tra 500 e 7.500 euro.

Le scuole hanno il dovere di segnalare i singoli casi di inadempienza alle Ats che a loro volta devono informare i tribunali dei minori per valutare, non in maniera automatica, la sospensione della patria potestà.

Le nuove norme hanno messo in allarme centinaia di famiglie che già da un paio di giorni hanno mandato in tilt i centralini del Sant’Anna. I medici predicano calma, le Ats lombarde ieri si sono riunire in Regione per programmare le prossime campagne vaccinali. Non esistono ancora infatti chiare linee d’azione, non si sa chi esattamente dovrà sottoporsi a quali vaccini, con quali tempistiche, come gestire gli intervalli tra i richiami e come le certificazioni dovranno poi essere comunicate alle scuole.

Sarà un’estate calda. Di sicuro verranno sottoposti ai vaccini i nuovi nati, circa 4.200 bambini nella nostra provincia (tolto il Medio e Alto lago). A questi bisogna aggiungere i bambini che devono concludere i cicli, quelli che sono coperti soltanto per alcune malattie, quelli che non si sono mai sottoposti ad alcun vaccino. Per esempio l’anti morbillo, rosolia e parotite sul nostro territorio ha una copertura di circa il 90%, vuol dire che su 4.606 nati nel 2014 ben 406 non hanno fatto il vaccino. Un numero da moltiplicare negli anni, sebbene in passato i “no vax” praticamente non esistessero (solo nell’ultimo triennio hanno accresciuto le loro file). Contro la varicella invece quasi nessuno si è mai sottoposto al vaccino, non era tra i presidi raccomandati, è facile comunque ipotizzare che almeno i bambini che hanno già fatto la varicella non dovranno tornare in ambulatorio per la puntura.

Anche il vaccino contro il meningococco B ha una scarsa copertura visto che le famiglie fino ad oggi dovevano pagare parte del vaccino, non a caso è allo studio un passaggio alla gratuità.

Insomma, gli interrogativi da sciogliere sono ancora tanti, i genitori li stanno riversando sui pediatri e sui centralini degli ospedali. In base alle prime stime l’Asst Lariana ipotizza che ci sarà presto un surplus di oltre un migliaio di bambini da vaccinare prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Dati, tempi e modalità saranno presto forniti dalle autorità sanitarie, promette l’Ats Insubria.

Intanto Marco Donzelli per il Codacons Lombardia fa sapere che anche da Como stanno arrivando richieste per fare ricorso contro il decreto ministeriale.

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