Vaccini per tutti i comaschi
Il piano: ogni giorno 12mila persone

Riguarderà complessivamente 508mila persone. I centri principali saranno Villa Erba e Lariofiere con 30 postazioni ciascuna

Sono 508.528 i comaschi che Ats Insubria punta a vaccinare contro il Covid. Dalla fine di marzo avranno la precedenza 49.255 over 80, insieme a 60mila malati cronici indipendentemente dall’età gestiti in base alle necessità da medici e ospedali. Seguiranno i 94.759 comaschi tra i 79 e i 65 anni forse già nei grandi centri vaccinali che sono allo studio. Il piano è stato illustrato ieri dai vertici dell’Agenzia di tutela della salute.

Le fasi della campagna

La premessa, scontata, è che potrà essere rispettato solo se le aziende farmaceutiche consegneranno effettivamente sufficienti dosi vaccinali.

La prima fase, che sta coinvolgendo circa 19mila tra operatori sanitari, medici, ospiti e lavoratori delle Rsa, si chiuderà entro il 5 marzo. Entro il 26 marzo la fase 1 bis punterà a vaccinare quelle categorie sanitarie non ancora raggiunte, dai dentisti ai farmacisti, passando per i sanitari militari. È quindi tra la fine di marzo e l’inizio di aprile che si aprirà, dosi permettendo, la vera campagna vaccinale di massa. La priorità verrà data secondo età a scalare, ma anche in base alle patologie. «Nell’attesa dobbiamo essere pronti e modulare la campagna in base alle risorse e alle necessità – ha detto il direttore sanitario Giuseppe Catanoso – immaginando più canali per somministrare i vaccini. I medici di base guarderanno soprattutto ai cittadini più anziani. Continueranno a vaccinare anche gli ospedali, pensando magari ai malati fragili. Verranno coinvolti anche i presidi privati e accreditati. Le Rsa saranno il riferimento per i loro ospiti, ci saranno vaccinazioni domiciliari per gli allettati. In più verranno organizzati dei centri vaccinali di diverse grandezze per raggiungere anche durante l’estate il resto della popolazione».

LarioFiere e Villa Erba come grandi hub sul territorio, ma ci sono anche ipotesi più piccole, in città come in provincia. I medici potranno usare questi luoghi o vaccinare secondo volontà e possibilità nei loro ambulatori. La loro adesione è più che maggioritaria, quasi completa. Nel corso dei mesi è possibile che le fasi della campagna vengano suddivise sempre per fasce d’età a scendere. A pieno regime, tenendo conto che i due hub potrebbero somministrare tra le 3 e le 6mila dosi giornaliere, a cui vanno aggiunti medici di base e ospedali, si dovrebbe arrivare a 12mila vaccinazioni al giorno. Ovviamente se ci saranno consegne adeguate del farmaco.

È immaginabile un sistema di prenotazione solo per la fase che partirà in primavera inoltrata nei grandi centri vaccinali, inizialmente per anziani e malati i riferimenti più probabili saranno ospedali e medici di medicina generale.

Finora 19mila dosi

Non sono ancora comunque noti all’Ats gli esatti quantitativi di vaccino in arrivo a Como per il mese di febbraio.

Da dicembre a oggi al Sant’Anna sono state consegnate oltre 19mila dosi, ma contando la necessità di effettuare il richiamo entro 21 giorni, significa meno di 10mila vaccinati totali.

All’Ats, è stato precisato ieri, non risultano nella prima fase casi di dosi finite a soggetti non aventi diritto e anche i non sanitari vaccinati, hanno chiarito, appartengono comunque al mondo ospedaliero e contribuiscono al funzionamento della macchina sanitaria.

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