Vaccino anti Covid agli over 80
Saranno contattati da metà febbraio

Ecco il dossier della Regione con il piano. Fondamentali i medici di famiglia, poi telefonate e sms. Iniezioni da fine mese, con ogni probabilità al Sant’Anna

Telefonate e sms. Con questa modalità gli anziani con più di 80 anni saranno contattati, a partire dalla prossima settimana, da operatori e medici di famiglia per pianificare la somministrazione del vaccino anti Covid. Questo è quanto emerge dal dossier della Regione nel quale viene anche confermato che si partirà con le iniezioni dal 24 febbraio, una volta completata la fase 1 della campagna (operatori sanitari e Rsa).

Le procedure

In tutta la Lombardia gli ultra ottantenni sono oltre 700mila, di cui 620mila hanno malattie croniche e nella pianificazione che scatterà da fine mese è previsto che la raccolta delle adesioni alla vaccinazione (verrà utilizzato il preparato Pfizer-Biontech, che richiede modalità di conservazione molto complicate, dovendo restare a temperature molto basse ed essere utilizzato nel giro di poco tempo una volta scongelato) che avverrà attraverso «i riferimenti sanitari di prossimità», quindi medici di medicina generale o personale dell’assistenza domiciliare oppure tramite un portale dedicato a cui le persone potranno eventualmente accedere facendosi supportare dai familiari.

Previsto il contatto attraverso telefonate di operatori o sms per ricevere poi le informazioni relative alla prenotazione delle vaccinazioni (data, ora e luogo).

Ma dove verranno vaccinati gli over 80? Tre le possibilità previste, a seconda del piano organizzativo e dello stato di salute dell’assistito: nello studio dei medici di medicina generale, al proprio domicilio oppure in un centro vaccinale (con tutta probabilità, per la provincia di Como, sarà l’ospedale Sant’Anna). Ieri la Regione ufficialmente si è limitata a dire che «tutti i dettagli saranno resi noti nel corso di questa settimana, una volta confrontato il piano operativo con i vertici delle Ats, dei medici di medicina generale, i sindaci e gli Enti locali».

Ad ogni modo, sempre secondo il dossier regionale, sè ai blocchi di partenza, da domani per la precisione, la somministrazione delle dosi in quella che viene chiamata “fase 1 bis”. Di chi si tratta? Si tratta delle residenze sanitarie per disabili e psichiatriche, dell’assistenza domiciliare e loro operatori, e ancora i centri diurni, farmacisti, liberi professionisti (dentisti compresi), sanità militari e personale da usare nelle fasi successive e ancora informatori scientifici del farmaco e altro personale in base a ulteriori indicazioni provenienti dal ministero della Salute. Si tratta di circa 107mila persone in Lombardia, sempre per due somministrazioni di vaccino a distanza di 21 giorni.

Nel frattempo resta un punto interrogativo l’organizzazione delle vaccinazioni utilizzando il farmaco di AstraZeneca (per le persone con meno di 55 anni) appartenenti ai cosiddetti servizi essenziali. Si tratta dei lavori della scuola (personale docente e non docente), forze dell’ordine, polizia penitenziaria, personale carcerario e detenuti, operatori di luoghi di comunità civili e religiosi e altri servizi essenziali (trasporto pubblico e Regione Lombardia ha chiesto al Governo di includere anche i tassisti).

Le dosi in arrivo

Condizione essenziale per poter partire è l’arrivo delle dosi di vaccino AstraZeneca: in Lombardia ne sono attese 71.908 per questa settimana e 111.048 tra il 15 e il 21 febbraio.

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