Vigile del fuoco morto dopo l’operazione
Sotto inchiesta 4 medici del Sant’Anna

Lomazzo, la Procura ha chiuso il fascicolo d’indagine per l’intervento fatale a Onorino Morandin

Una clip chirurgica applicata sull’arteria sbagliata. Sarebbe questa la causa della morte di Onorino Morandin, il 65enne ex vigile del fuoco scomparso il 6 aprile dello scorso anno dopo un’operazione per l’asportazione di un rene subita all’ospedale Sant’Anna. Secondo la Procura di Como quella morte poteva essere evitata.

Il sostituto procuratore Daniela Moroni ha chiuso l’inchiesta aperta a carico di quattro medici del nosocomio comasco tutti accusati di omicidio colposo

Onorino Morandin, sei giorni prima del suo 66esimo compleanno, era entrato in sala operatoria per quello che tecnicamente si chiama intervento di nefrectomia per via laparoscopica, ovvero l’asportazione di un rene a causa di un tumore.

«Durante la prima operazione - aveva spiegato nell’immediatezza dei fatti l’azienda ospedaliera - si è verificata una complicanza vascolare che ha richiesto un nuovo intervento dopo il quale il paziente è deceduto».

Quella complicanza vascolare, secondo quanto hanno ricostruito i consulenti nominati dalla Procura comasca, sarebbe stata causata da un errore.

«Abbiamo già chiesto la possibilità di essere interrogati - commenta l’avvocato Claudio Bocchietti, difensore di tre dei quattro indagati - L’accusa che viene rivolta è infatti contestata dai medici. Anche perché confidavamo in un’archiviazione visto che la nuova legge sulle colpe mediche, in vigore dall’1 aprile, dice che il medico non è più perseguibile quando viene a lui contestata un’imperizia».

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