«Zaini pesanti? Spezziamo i libri»
E la preside dice sì ai genitori

La proposta alla media Leopardi di Como: «Tra astucci e diari, le cartelle pesano fino a 15 chili». I professori approvano: «Può essere una soluzione»

Da decenni le cartelle hanno il peso specifico del piombo, incurvano le schiene degli adolescenti, capovolgono i bambini a terra come tartarughe.

Certo nell’era della tecnologia si sperava di trovare soluzioni meno drastiche, ma mamme e papà della seconda D delle scuole medie Leopardi sembrano crederci: «Spezzeremo i libri»; propongono, e il bello è che gli insegnanti non si oppongono.

«Ne abbiamo discusso insieme la scorsa settimana - racconta un papà, Roberto Zoni, che, peraltro, insegna informatica al Setificio -. Tra astucci, diari e libri che sembrano mattoni gli zaini arrivano a pesare anche quindici chili. Senza contare le cartellette di disegno e il ricambio di ginnastica. C’è chi ha proposto di lasciare alcuni testi a scuola, ma è difficile: perché a casa bisogna studiare, perché sul manuale ci sono gli appunti, perché gli armadietti sono poco sicuri. Case editrici e professori non sembrano calcolare il problema. Quanto ai tablet qualcuno ha provato, mancano però molte edizioni online,e i cd-rom acquistati insieme ai libri non bastano. Così come non basta l’aula con la lavagna multimediale». Soluzione? «Tagliamo i libri - dice Zoni -. Qualche famiglia ci ha già provato finendo per convincere anche me. È l’unica soluzione per evitare che si spacchi la schiena dei nostri ragazzi. Bisogna fare “a fette” i libri più voluminosi e portare a scuola solo la parte che si sta trattando in classe».

In realtà, fascicolare con cura non è una trovata così selvaggia: certo, sarà poi impossibile rivendere il testo, ed è un peccato per la copertina originale, senza contare che in classe diventa impossibile anche un minimo flash-back. Sarebbe forse stato meglio provare con un trolley, la valigia con le rotelle. Ma le docenti interpellate avvallano la scelta: e ammettono che sì, le cartelle sono troppo pesanti.

«È un problema annoso - commenta Ada De Santis, la dirigente scolastica -. Non ho seguito il caso specifico di questa classe, a me però l’idea di fascicolare i libri non dispiace. Del resto la tecnologia non sostituirà tanto rapidamente la carta. Stiamo informatizzando la scuola, nel 2015-2016 potenzieremo la rete e cercheremo finanziamenti statali ed europei per l’acquisto di supporti tecnologici. Poi mi permetto anche un suggerimento spicciolo: ragazzi fate attenzione e mettete in cartella solo i libri che servono al mattino». Va bene. Però tagliare i libri pare drastico. «In effetti a pensarci fa un po’ inorridire - riflette Raffaele Mantegazza, noto pedagogista comasco e docente alla Bicocca -. Capisco i genitori, temo però siano troppo radicali, è una soluzione disperata. Bisognerebbe invece fare pressione sulle case editrici. I libri devono diventare più snelli, basta antologie da trecento pagine, tanto gli alunni ne leggono se va bene cinquanta. Devono essere più responsabili anche gli insegnanti. Mia figlia in seconda elementare usa ben sette quadernoni, non è possibile, nemmeno all’università carico così tanto i miei studenti. In più i libri, o almeno gli approfondimenti, si possono costruire in classe con gli studenti, serve creatività. Quanto agli armadietti, con una chiave, possono essere utili per non portare i manuali avanti e indietro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA