Campanella al Sociale
<Rendo giustizia a Listz>

Domani sera nella Sala Bianca del Teatro Sociale a Como il pianista protagonista di un récital, a scopo benefico, promosso dall'«Autunno Musicale»

COMO - Appuntamento con un protagonista del concertismo internazionale. Michele Campanella si esibisce domani sera nella Sala Bianca del Teatro Sociale a Como in un récital, a scopo benefico, promosso dall'«Autunno Musicale». In programma composizioni di Schumann e Liszt, che lo stesso artista spiega ai lettori de La Provincia.
Maestro Campanella, qual è stato il criterio della scelta del programma che eseguirà nella nostra città?
Una sorta di ponte fra la celebrazione schumanniana del 2010 e quella lisztiana del 2011. Vi è inoltre un interessante confronto fra i due autori, che vengono considerati gli epigoni del romanticismo. Schumann racconta, Liszt  dipinge. Schumann, nel suo capolavoro, non fa riferimenti espliciti, mentre ogni pezzo di Liszt ha un titolo non occasionale. Ci sono collegamenti anche extra-musicali (pittura e letteratura), che stanno a significare che l'arte è una sola. La musica è la sintesi di tutte le arti e quindi si può parlare della musica come di un'arte universale e completa tutte le sue forme.
Lei è annoverato fra i maggiori interpreti di Liszt del quale, proprio il prossimo anno, ricorre il bicentenario della nascita. Come intende celebrare questo evento?
Ho un grande progetto che è possibile visionare sul mio sito internet (www.michelecampanella.org). Ho scritto inoltre un libro su Liszt che uscirà il prossimo marzo per la Bompiani. Ho effettuato molte revisioni di musiche lisztiane per la Carisch. Commemorandolo cerco di rendere piena giustizia alla sua immagine. Ho la netta impressione che di Liszt si sappia veramente poco, si ha un'immagine distorta, viziata da antichi pregiudizi.
Oltre a Liszt, quali sono i suoi compositori preferiti?
Non ne ho. Né Liszt né altri. Amo la buona musica, quindi sposo la causa di tutti i compositori che suono.
Si è formato alla scuola napoletana di Vincenzo Vitale. Come ricorda questo pianista e didatta di grande levatura?
Lo ricordo, prima di tutto, come un uomo straordinario. Incarnava le migliori qualità dei napoletani, cioè la cultura non esibita, l'ironia sempre presente e, soprattutto, un'autoironia eccezionale, molto rara da trovare, e poi una facilità di semplificazione, nel senso più positivo del termine. Riusciva a rendere le cose più difficili alla portata degli alunni.
Alberto Cima
<Concerto al pianoforte di Michele Campanella>, Como, Sala Bianca del Teatro Sociale, domani alle ore 21; ingresso 7-15 euro.

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