Al Sociale "Abba Mania"
fa il pieno col kitsch 

Il teatro trasformato in una sala delle feste si è riempito e il pubblico, sindaco con parrucca di lustrini in prima fila, si è scatenato in canti e balli nostalgici degli anni Settanta

COMO - (a. bru.) Difficile parlar bene degli "Abba non Abba" che si sono esibiti al Teatro Sociale domenica sera per la chiusura del festival "Como città della musica". Cloni senz'anima, rivisitazione del carattere più pacchiano del celeberrimo quartetto svedese, riproposta pedissequa, ai limiti del playback, del fortunato repertorio di Agneta, Björn, Benny e Anni Frid (con i quattro che, tra di loro, fingono di chiamarsi così, e pure di essere sposati come gli originali). Però è difficile parlare davvero male di questi "Abba non Abba", anche se ci abbiamo provato fin qui. Il kitsch èstato così delirante da risultare, a tratti, sublime. Il pubblico ha risposto, partecipando a una festa collettiva senza porsi tante domande filologiche e d'opportunità. In fondo tra mettersi con il grugno in un angolo e contestare l'operazione e lasciare perdere, ballare saltando sul posto cantando frasi immortali come "Money money money, must be funny, in a rich man's world". Hanno ballato proprio tutti, compresi il sindaco, che ostentava una vistosa parrucca di paillettes, e gentile signora.
(Sul quotidiano La Provincia la recensione completa)

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