Alla Scala Aida canta in cinese
Il lariano Berti per Zeffirelli

Stasera a Milano la prima di nove serate per l’opera di Giuseppe Verdi. Il soprano Hui He “specialista”, sul podio Gianandrea Noseda

Passata alla storia come l’Aida del “tenore in fuga” , l’allestimento di Franco Zeffirelli del capolavoro verdiano ritorna stasera sul palcoscenico del Teatro alla Scala di Milano per nove recite, fino al 19 novembre (dopo stasera, sempre alle 20 lunedì 28 e giovedì 31 ottobre e domenica 3, martedì 5, giovedì 14, sabato 16, domenica 17 e martedì 19 novembre, biglietti da 210 a 13 euro, infoline 02-72.00.37.44). Direttore Gianadrea Noseda (Pier Giorgio Morandi il 17 novembre), regia e scene di Franco Zeffirelli, coreografia di Vladimir Vasiliev, costumi di Maurizio Millenotti. L’opera in quattro atti di Giuseppe Verdi su libretto di Antonio Ghislanzoni debuttò proprio sul palco della Scala l’8 febbraio 1872.

Fu durante la stagione 2006-’07 che avvenne il fattaccio: “beccato” dal loggione dopo la sua incerta esecuzione di “Celeste Aida” all’inizio dell’opera, il tenore Roberto Alagna abbandonò le scene e fu necessario sostituirlo con il suo doppio (Antonello Palombi) per il resto dello spettacolo.

Speriamo che al comasco Marco Berti , in alternanza con Jorge De Leòn, tocchi maggior fortuna.

Quell’Aida è rimasta celebre anche per la performance di Roberto Bolle. Il danzatore italiano fu infatti accolto da una valanga di applausi per la sua (breve) esibizione in perizoma durante la scena del trionfo.

Sicuramente, al di là dei fragili nervi di qualche cantante, il ruolo di Radames è uno dei più problematici fra quelli composti da Verdi. Alle accensioni eroiche di tanti passaggi, con spettacolari fiondate all’acuto, occorre saper alternare chiaroscuri espressivi e smorzature di grande effetto. Alla chiusa del citato “Celeste Aida”, per esempio, e (forse soprattutto) nel duetto finale con la protagonista, la celebre scena della tomba (“O terra addio, addio valle di pianti”).

Per il languido e struggente ruolo di Aida la Scala ha deciso di puntare sul soprano cinese Hui He, da alcuni anni una specialista della parte che l’ha resa celebre sui palcoscenici internazionali.

Amonasro, re degli etiopi, sarà invece cantato da Ambrogio Maestri , celebre Falstaff scoperto e lanciato da Muti nei suoi anni di regno scaligero. Amnersi, infine, la gelosa figlia dei faraoni, sarà appannaggio di Nadia Krasteva.

Sul lussuoso allestimento di Zeffirelli tanto si è scritto. Sul suo essere perennemente in bilico fra sfarzo e kitsch, sugli eccessi (di colori, di costumi, di comparse) che quasi sempre caratterizzano le sue regie, ma anche sulle sue indubbie doti spettacolari, che tanto piacciono agli spettatori più tradizionalisti.

La direzione d’orchestra sarà affidata, per questa ripresa, al bravo Gianandrea Noseda , un esperto del repertorio italiano.

Giancarlo Arnaboldi

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