“Boys don’t cry”, danza e riflessione: uno spettacolo contro il pregiudizio

Como Al Teatro Sociale la compagnia dell’artista francese di origine algerina Hervé Koubi. La sfida alla mascolinità tossica lanciata da chi sceglie il balletto come percorso di salvezza

La danza contemporanea è di scena, questa sera, mercoledì 22 novembre, alle 20.30, al Teatro Sociale di Como. Arriva in città la Compagnie Hervé Koubi che proporrà lo spettacolo “Boys don’t cry”.

La formazione, che prende il nome dal suo fondatore, artista francese di origine algerina, ha ottenuto, negli anni, un vasto successo in Francia e all’estero, tanto che Hervé Koubi è stato insignito del riconoscimento di Chevalier des Arts et des Lettres. Sul palcoscenico del Sociale arriveranno sette danzatori - Houssni Mijem, El Houssaini Zahid, Nadjib Meherhera, Mohammed Elhilali, Bendehiba Maamar, Badr Benrguibi, Oualid Guennoun. Con le coreografie di Hervé Koubi e Fayçal Hamlat, gli interpreti raccontano cosa significhi intraprendere la strada della danza per giovani uomini, soprattutto quando si proviene da Paesi in cui la differenza di genere è ancora determinante per indirizzare il futuro dei più giovani.

Un tema di grande attualità che viene declinato, in questo spettacolo, con il linguaggio dell’arte, tra parola e gesto coreografico.

La danza, costruita su un linguaggio contemporaneo fuso con elementi dell’hip hop, si mescola infatti con la parola. Il testo di questa performance è stato scritto da Chantal Thomas e dallo stesso Koubi. Le musiche sono molto eterogenee. Si va da Diana Ross, al cantautore marocchino Oum, fino ai canti tradizionali russi.

Creazione

La creazione musicale è a cura di Stéphane Fromentin, con gli arrangiamenti di Guillaume Gabriel. La scrittrice francese Chantal Thomas ha immaginato che si disputi una particolare partita di calcio (non a caso, visto che, in tempi di mondiali, sappiamo quanto il calcio venga considerato ancora dai più come sport maschile per eccellenza). Il balletto “Boys don’t cry” ci vuole far riflettere, con un linguaggio accattivante e capace di comunicare anche a chi non è un purista di questa disciplina, sullo stereotipo del ragazzo che preferisce la danza al calcio e che per questo è costretto ad affrontare i pregiudizi che nascono all’interno della famiglia e del tessuto sociale che lo circonda. La danza però sarà, nonostante tutto, la strada per la salvezza rispetto ai pregiudizi e alla schiavitù culturale della mascolinità tossica, che ancora sono tanto diffusi.

Toni diversi

Lo spettacolo, che gioca su toni ora più giocosi ora più riflessivi, nasce dai ricordi personali e intimi del coreografo, legati alla sua infanzia, all’educazione ricevuta e al desiderio, insopprimibile, di dedicare tutta la propria vita alla danza, nonostante un tessuto sociale non particolarmente incline.

Naturalmente, lo spettacolo che vedremo al Sociale, questa sera, non lancia il suo messaggio solo agli aspiranti danzatori ma a tutti coloro, giovani e non, che vogliono scegliere il proprio destino in piena libertà e felicità.

I biglietti per assistere allo spettacolo costano da 35 a 19 euro più prevendita e sono in vendita online su www.teatrosocialecomo.it e alla biglietteria del Teatro. Si può chiamare lo 031/270170.

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