Buffa e la filosofia del rigore
Lo sport è spettacolo e metafora

Como: il giornalista-narratore si propone questa sera al Sociale con “Il rigore che non c’era” - Moderno cantastorie, riesce a fare cultura stabilendo collegamenti e aprendo digressioni

Lo sport non è solo gesto atletico ma anche racconto che, quando è ben costruito, diventa potente ed evocativo. Lo sa bene Federico Buffa, giornalista e telecronista, ma anche narratore, che sarà protagonista, questa sera, giovedì 4 aprile, alle 20.30, al Teatro Sociale di Como.

Per il pubblico che ama sentir evocare le gesta di grandi atleti, ma anche per chi, pur non intendendosi di sport, ama le belle storie, costruite come grandi affreschi, popolati di uomini e donne, va in scena “Il rigore che non c’era”. Si tratta di una drammaturgia scritta dallo stesso Buffa con Marco Caronna che ne è anche regista.

Lo spettacolo ha debuttato la scorsa estate e da febbraio è di nuovo in tournée, prodotto da International Music and Arts. La storia che viene raccontata in scena non è ambientata in un luogo specifico o riferita ad un unico evento sportivo. Si prende spunto dal rigore come evento calcistico imprevedibile, che affida al destino gli esiti di una competizione. Il rigore è però anche metafora della vita, quando eventi imponderabili giungono a scompaginare quello che si credeva consolidato. Da lì, la narrazione si sviluppa e comprende tante vicende, famosissime o meno, vissute sui campi di calcio o in altri contesti.

Come un cantastorie moderno, Federico Buffa racconta del grande cestista LeBron James, di Pelè e dei suoi mille gol, passando per altre vicende come quella di Sendero Luminoso e di un altro calciatore famosissimo, Loco Houseman.

Queste ed altre figure, sempre forti, curiose, determinate e leggendarie, popoleranno il racconto che verrà accompagnato e arricchito dalla musica dal vivo del pianista Alessandro Nidi, che costituisce un diverso ma non meno importante linguaggio narrativo che si intreccia con la parola e l’immagine. Sullo sfondo, una casa e la copertina di Sergent Pepper dei Beatles, presente nella scena e nel testo. Da quella casa compare una sorta di angelo, custode e disincantato, interpretato da Jvonne Giò.

Sarà dunque interessante seguire, al Sociale, lo spettacolo di Buffa che, il severo critico Aldo Grasso ha definito: «narratore straordinario, capace di fare vera cultura, cioè di stabilire collegamenti, creare connessioni, aprire digressioni». Parole che rendono promettente l’appuntamento di stasera. Ricordiamo che, oltre alla sua attività di telecronista di basket e commentatore sportivo, per cui il pubblico lo conosce e lo apprezza, Buffa, prima di cimentarsi anche con il teatro, ha condotto alcune trasmissioni antologiche sempre a tema sportivo.

Un talento eclettico che segue il fil rouge dello sport, per narrazioni sempre più sofisticate e ambiziose che coinvolgono la storia, la cultura contemporanea, le vicende sociali e le battaglie civili. Lo spettacolo chiude il ciclo Ctl, appuntamento irrinunciabile per gli appassionati di un teatro poetico e mai scontato, che anche quest’anno ci ha regalato belle emozioni. I biglietti per assistere allo spettacolo costano 20 euro più prevendita. Info: 031/270170 e www.teatrosocialecomo.it.

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