Cevoli: «Nella Bibbia
le nostre debolezze»

Il comico romagnolo sabato al teatro Sociale di Como con lo spettacolo dedicato al libro dei libri

Un sabato tra sacro e profano attende gli spettatori del Teatro Sociale di Como. Sabato 8 gennaio, infatti, alle 20.30, arriverà nella sala comasca il simpatico Paolo Cevoli che proporrà uno dei suoi lavori più recenti e fortunati. Il monologo, diretto da Daniele Sala, si intitola “La Bibbia raccontata nel modo di Paolo Cevoli” ed è proposto in collaborazione con MyNina Spettacoli.

Il comico romagnolo, di cui il pubblico ricorderà certamente il successo televisivo a Zelig, nei panni di personaggi esilaranti come l’assessore del Comune di Roncofritto, Palmiro Cangini, ci proporrà una sua personale rilettura, in chiave pop del testo biblico. La tv, con i suoi sketch è lontana, mentre continua la strada, già intrapresa da qualche anno, del contatto diretto con il pubblico, senza qualche puntatina nei nuovi canali di comunicazione web.

Ci facciamo spiegare tutto, a partire da “La Bibbia”, proprio dal ruspante comico romagnolo. (I biglietti per lo spettacolo al Sociale costano da 32 o a 22 euro più prevendita. Sono in vendita alla biglietteria del Teatro oppure online su www.teatrosocialecomo.it).

Cevoli, lo spettacolo che lei porta a Como prende spunto nientemeno che dall’Antico Testamento e racconta, in una veste insolita, i grandi personaggi della storia sacra. Che cosa l’ha ispirata?

Ho spesso portato in scena spettacoli a tema storico (ricordiamo, per esempio, “La penultima cena” che ci riporta nell’antica Roma o anche “Rossini compilation” dedicato al compositore e “Perché non parli”, dedicato a Michelangelo ,ndr) e questa volta ho deciso di ispirarmi al libro dei libri, ovviamente a modo mio. Sul palco, racconto i personaggi più importanti della Bibbia, svelandone le fragilità e i paradossi.

Partiamo da Adamo ed Eva?

Sì e la domanda di fondo è “perché esiste la sf…a”?. Insomma, chiedo a me stesso e anche al pubblico perché siamo in questa situazione e se la colpa sia veramente dei nostri progenitori.

E poi si prosegue con tante altre figure…

Certo. C’è Davide e poi troveremo Giobbe e anche Elia e molti altri. Tutti con caratteristiche che, pur essendo raccontate nella Bibbia, molti non conoscono. Non voglio essere irrispettoso ma solo far emergere lati meno noti (e divertenti) dei personaggi.

Come ha costruito i ritratti?

Tengo a precisare che tutti gli episodi che racconto sono tratti dalla Bibbia senza nessun elemento inventato. Naturalmente, io ci metto un po’ di umorismo.

E cosa ne emerge?

La profonda umanità di tutti questi personaggi e anche la loro fragilità che è tanto simile alla nostra. Mi piace l’idea di guardare in faccia queste debolezze, per poterle riconoscere come nostre e riderne, con leggerezza.

Dopo il grande successo televisivo, lei oggi preferisce il palcoscenico. Perché?

L’epoca dei programmi comici di successo, come Zelig, per ora, è finita. Io ho capito che, in teatro, posso raggiungere in modo più diretto il pubblico e posso anche esprimermi in modo più ampio ed articolato. Se poi voglio raggiungere una platea più ampia, c’è il web che è diventato la nuova televisione, visto che i più giovani sono ormai orientati all’intrattenimento che passa sullo smartphone piuttosto che al piccolo schermo.

Ha già sperimentato questo nuovo canale?

Sì. Ho realizzato una serie che si intitola “Romagnoli Dop” che ha avuto successo e di cui ora è prevista una nuova serie. Credo sia la strada del futuro, insieme al teatro.

Che ruolo svolge in questi video

?

Mi propongo nei panni di intervistatore di personaggi noti della Romagna e non solo.

Insomma, due poli diversissimi, per linguaggi e per contenuti, ma sempre adatti a catturare il pubblico?

Sì. Sul web c’è bisogno di nuovi linguaggi e di tempi diversi ma credo che l’ironia e il buon umore valgano sempre, per qualsiasi pubblico. L’importante, per me, è sempre raccontare delle storie.

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