Claudio Tagliabue:
«Prigioniero del virus
ho liberato le idee»

Il polistrumentista rock comasco ha realizzato un nuovo ep con 5 brani

La scena del pop rock alternativo comasco si arricchisce di un nuovo interessante progetto grazie all’intraprendenza di un versatile polistrumentista attivo in ambito punk rock già da qualche anno:Claudio Tagliabue, in arte ClaT. il cantante e musicista di Tavernola, durante i lunghi giorni del lockdown, ha avuto modo di dare forma ad alcune idee che da tempo gli giravano nella mente , riuscendo anche a rispolverare vecchio materiale creato insieme alla sua band di origine, i Dusk, e rinnovando collaborazioni che si erano interrotte a causa della pandemia e finite temporaneamente nel cassetto, come quella con la punk band Like Looking for Gold, nella quale Claudio suona il basso.

Nel suo studio casalingo, Tagliabue, ha realizzato un ep con 5 brani, tra rock ed elettronica, suonando tutti gli strumenti, scrivendo i testi per poi cantarli direttamente. Un lavoro iniziato quasi per gioco e poi diventato urgenza espressiva, fino a pubblicare il “March ’20 Ep” su Bandcamp e dotare ogni canzone di un suo peculiare videoclip.

La scena musicale locale ti ha visto spesso protagonista come cantante e chitarrista dei Dusk, come e quando è nato questo progetto solistico ?

L’idea mi è venuta mentre eravamo in quarantena. Pensavo agli altri progetti rimasti in sospeso e quasi di getto ho iniziato a suonare il primo brano che poi avrebbe dato il via a tutto il resto. Non a caso si intitola proprio Quarantine. Ho fatto tutto da solo a casa mia, perfino il video. In un giorno era completo. In seguito, come un flusso inarrestabile, sono arrivati gli altri 4 pezzi che compongono il disco. Per l’immagine di copertina mi sono avvalso della collaborazione di un mio amico artista e illustratore, Robotech, Ho poi deciso di far realizzare un video per ogni traccia, collaborando via internet con diversi videomaker, il risultato ha sorpreso anche me. L’ultimo, “Fail”, uscirà a metà settembre.

Come è stato creare tutto questo con la pandemia in corso?

Molto veloce. Può sembrare strano, ma non avendo altre distrazioni ho potuto immergermi totalmente nel processo creativo, quello che stava succedendo ha di sicuro influenzato quello che ho composto. Facendo tutto da solo ho lasciato correre la fantasia a briglia sciolta. È stata una condizione insolita per me ed ho potuto così sperimentare suoni nuovi, senza pormi limiti, lasciando spazio a ritmiche particolari, e dare forma anche a tutti gli altri progetti che avevo in sospeso.

Ci sono altre produzioni in arrivo quindi?

Sì. In realtà proprio prima dello stop obbligato stavo lavorando a più di un progetto. Il principale è un mio album solista che alterna canzoni in italiano e in Inglese al quale mi stavo dedicando con molta attenzione. Dovrebbe essere pubblicato ad ottobre da un’etichetta indipendente che ha interessi anche all’estero, e sarà preceduto da un singolo. In questo disco tornerò a frequentare i suoni più diretti delle chitarre, suoni con i quali sono cresciuto. Poi ho messo le mani sul materiale che avevamo prodotto con la band in cui suono dalla fine degli anni Novanta, i Dusk. Avevamo dei pezzi fermi in un cassetto dal 2004, li abbiamo ripresi e stiamo ultimando il missaggio perchè vogliamo che suonino con la stessa intenzione di allora. In più abbiamo aggiunto 3 inediti e intendiamo realizzare un video per un singolo per poi pubblicare anche un disco in vinile.

Suonare dal vivo sarà di certo uno dei vostri obiettivi con così tanto materiale da far sentire, non è la cosa più importante per chi è cresciuto con il punk rock?

Aspetto con grande trepidazione di poter salire su un palco e suonare davanti al pubblico come si faceva prima del lockdown, sia per il mio progetto solista che con i Dusk. In programmazione ci saranno almeno le date di presentazione del disco e anche quelle con la band nella quale suono il basso, i Like Looking For Gold, un’altra formazione comasca dedita al punk rock. Con loro ho già suonato in due album e stiamo preparando il terzo. Non riesco proprio a fermarmi.

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