“Como nel comò”, Rodari e noi rinchiusi nei cassetti

La filastrocca sui comaschi costretti in clausura da un accento caduto per sbaglio sulla città ispira un gioco social: l’associazione Sentiero dei Sogni invita a realizzare un video collettivo con le foto scattate da balconi, finestre, divani...

Uomo di lago (d’Orta, sulle cui sponde si affaccia Omegna, dove nacque cento anni fa, il 23 ottobre 1920) Gianni Rodari ebbe una certa simpatia anche per il “cugino” più grande, il Lario.

«Ogni lago ha la sua leggenda: una leggenda che ricorda le sue origini con precisione fantastica, e si tramanda di padre in figlio finché vien fissata sulla carta e stampata, nera sul bianco, da qualche raccoglitore», scrisse nella “Leggenda del lago di Varese” (all’eta di nove anni, perso il padre, si era trasferito con la madre a Gavirate), parte di una giovanile (risale al 1936) ricerca sulla narrativa popolare, che lo avrebbe portato ad elaborarne, di lì a pochi anni, una tutta sua, fatta delle celebri favole e filastrocche ancora oggi amate dai bambini.

Nel 1960 Rodari si ricordò del Lario nel libro “Filastrocche in cielo e in terra” (Einaudi). dedicando alla nostra città “Como nel comò”. «Una volta un accento / per distrazione cascò / sulla città di Como / mutandola in comò. // Figuratevi i cittadini / comaschi, poveretti: / detto e fatto si trovarono / rinchiusi nei cassetti. // Per fortuna uno scolaro /rilesse il componimento / e liberò i prigionieri / cancellando l’accento. // Ora ai giardini pubblici / han dedicato un busto / “A colui che sa mettere / gli accenti al posto giusto”».

A rileggerla oggi, non vi sembra un po’ una metafora di quello che ci sta accadendo? Qualcosa di imprevisto è caduto sulla città e ci siamo trovati rinchiusi... Proprio come nella filastrocca di Rodari, che possiamo leggere come una metafora leggera per una situazione drammatica. Del resto proprio Rodari ci ha insegnato a volare con le parole e i sentimenti sopra la complessità della vita, non per ignorarle, ma anzi per allenarci ad avere uno sguardo ampio e lungimirante fin da piccoli.

Sabato scorso, giornata mondiale della poesia, primo giorno di primavera e 89° compleanno di Alda Merini, avremmo voluto - uso il plurale togliendo per un attimo il cappello da giornalista de La Provincia e indossando quello di presidente dell’associazione Sentiero dei Sogni -aggiungere nuovi cartelli poetici sulla Lake Como Poetry Way, percorso pedonale di 16 km da Maslianico a Brunate, raccontato attraverso 16 autori, scandito da 12 casette per lo scambio di libri e, nella parte boschiva lungo la mulattiera Como/Brunate, anche da una cartellonistica in legno che riporta versi poetici legati ai luoghi. Un itinerario pedonal-culturale che era partito proprio da queste colonne, con un’idea lanciata da chi scrive e che ha visto nel giro di due anni collaborare tante associazioni e cittadini.

Bene, dicevo che sono pronti quattro nuovi cartelli, dedicati in particolare ai bambini, con testi della Merini e di Rodari. Li inaugureremo con una festosa e creativa passeggiata quando l’emergenza che ci tiene in casa sarà finita, quando sarà sollevato l’accento che grava sulle nostre teste, ma intanto uno lo potete vedere qui a lato. È proprio quello dedicato a “Como nel comò”, fantasticamente decorato da Jessica Molinari, che da un paio di settimane sta anche leggendo “Favole al telefono” (si, proprio quelle dell’omonimo libro di Rodari), ai bambini comaschi che la chiamano (a proposito, per chi fosse interessato, il suo numero è 324/6019345). Partendo da questa filastrocca, vi proponiamo un gioco. Ovvero di far volare i vostri sguardi oltre le pareti dei cassetti/case in cui ci troviamo “prigionieri”, di fotografare quello che di interessante, e diverso dal solito, vedete (dai balconi, dalle finestre, dal marciapiedi vicino a casa o anche dal divano) e di caricare le foto su Facebook nel Gruppo Fotografico Passeggiate creative con il doppio hashtag #iorestoacasa #comonelcomò. Le più belle le monteremo in un video per accompagnare la lettura del testo di Rodari, a futura memoria dei lati differenti della nostra città (vale tutta la provincia di Como) e di noi stessi che avremo scoperto in questo periodo di clausura, e in attesa di poterci ritrovare ai giardini pubblici (che fanno parte della Lake Como Poetry Way) per festeggiare tutti insieme, come nell’ultima strofa della filastrocca. Avete tempo fino a domenica 29 marzo per caricare le vostre foto. Il video sarà pubblicato il 14 aprile, giorno in cui cade un’altra ricorrenza rodariana, il 30° anniversario della morte. 
Pietro Berra

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