Con Bollani il jazz è un’altra storia
Musica e simpatia al Sociale

Como: grande giocoliere del pianoforte, arriva in città per una performance attesissima - Grazie alla fama televisiva ha allargato il suo pubblico, ma continua a stupire per la bravura

È diventato un personaggio a trecentosessanta gradi, notissimo anche al pubblico televisivo oltre che a quello, purtroppo, mai abbastanza vasto del jazz. Stefano Bollani torna, attesissimo, al Teatro Sociale stasera, venerdì 3 maggio, alle 20.30 per una nuova performance di piano solo.

Ammettiamolo: è questo il Bollani che piace di più, per diversi motivi. Piace agli appassionati di jazz perché hanno l’occasione di ascoltare uno dei talenti più luminosi della scena nostrana (la cui fama ha, da tempo, oltrepassato i confini nazionali) da solo con il proprio strumento e le proprie idee.

Onnivoro musicale, può passare con estrema disinvoltura dalla precisione matematica del contrappunto ai capricci zappiani, dalla bossa nova al rock, dagli standard alle composizioni originali che, in versione solistica, sono il viatico per emozionanti discussioni sui tasti e tutto restando sempre coerente e riconoscibile, le cifre che distinguono i grandi artisti. E piace anche a chi, magari, ha scoperto Bollani grazie alle sue intelligenti e divertenti programmi televisivi, tentativi riuscito di fare musica, divulgazione ed educazione sfruttando un mezzo poco incline a privilegiare la qualità.

Così è riuscito in un’impresa rara, anzi, quasi unica per un jazzista nostrano: diventare famoso. Non, semplicemente, noto, rispettato, stimato, ma famoso come una popstar. Merito della sua indubbia bravura alla tastiera, ma anche di una simpatia innata che ne ha fatto un personaggio televisivo, buono per gli spot pubblicitari dell’acqua minerale (Franco Cerri, il più grande chitarrista italiano, fu per tanti anni “l’uomo in ammollo”), ma anche, appunto, per una trasmissione divulgativa, divertente e accattivante come “Sostiene Bollani”, capace di totalizzare uno share invidiabile per un programma musicale.

Grazie a tutta questa popolarità può, letteralmente, permettersi di togliersi grandi soddisfazioni. C’è il Bollani jazzista puro, che presta il suo pianoforte ad altri grandi come Enrico Rava, che è stato il suo mentore, Pat Metheny, Gato Barbieri, Lee Konitz, Paolo Fresu, Chick Corea e tanti altri. C’è il Bollani classico, che ha instaurato una collaborazione con un direttore d’orchestra stimato come Riccardo Chailly: l’album dedicato alle composizioni di George Gershwin e realizzato con la Gewandhausorchester di Lipsia è entrato nella Top 10 degli album pop, la prima volta per un’incisione bissata da un disco incentrato su altri compositori degli anni Trenta, Ravel, Stravinsky, Weill e De Sabata. Può stupire, allora, incontrare Bollani, lo stesso Bollani, impegnato tempo dopo in un disco e un tour con Irene Grandi. Non si trattò di una mossa commerciale, ma del coronamento di un’amicizia nata a Firenze tanti anni fa. Questa collaborazione risale a qualche anno fa, ma è il caso di ricordarla perché lunedì scorso, a Firenze, la cantante è salita a sorpresa sul palco. Stasera, invece, tanti attenderanno anche i bis, quando Bollani, mescolando inventiva musicale e ironia, si farà suggerire dal pubblico i temi musicali più improbabili da incrociare in un’unica torrenziale improvvisazione finale.

Biglietti a 50 euro (platea e palchi), 30 euro (gallerie, parapetti) e 20 euro (gallerie, ranghi).

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