«Dimezzata e prudente,
ma l’Officina
torna a far musica»

Cecilia Casella, mente cuore e braccia del locale comasco che dal 4 settembre riaccenderà i riflettori sul palco

Dopo il lockdown e la chiusura estiva, finalmente l’Officina della Musica di via Giulini 14 a Como è pronta a riaprire, tra concerti, reading letterari, incontri, contaminazioni artistiche, collaborazioni e molto altro, per un autunno che si prospetta ricco di novità ed eventi, come ha avuto modo di raccontare Cecilia Casella, che dell’Officina è mente, cuore e braccia.

Cecilia, facciamo un passo indietro. Cos’è successo in questi ultimi mesi?

L’Officina della musica è rimasta chiusa dal 22 febbraio fino alla metà di giugno, quando il nuovo decreto ha previsto la riapertura dei locali. Per dare un segnale forte di presenza e sperimentare la nuova organizzazione prevista dalle normative abbiamo dato vita a quattro serate, un banco di prova per capire come avremmo dovuto gestire le cose durante la nuova stagione. Poi, come è nostra abitudine, abbiamo sospeso tutte le nostre iniziative per i mesi di luglio e agosto, perché il nostro è un locale al chiuso, il pubblico dell’Officina non è un pubblico estivo, siamo un’associazione e quello turistico non è un bacino con cui lavoriamo. Speravamo di poter fare alcune serate in piazza Martinelli, ma siccome il bando comunale non prevedeva l’utilizzo della corrente elettrica, abbiamo dovuto rinunciare.

L’Officina riapre ufficialmente il 4 settembre. Siete pronti? Cosa cambierà per il pubblico?

Non vediamo l’ora, ma non nascondo di avere un po’ di ansia a riguardo. Quello che cambierà sarà che, da ora in poi, si potrà partecipare alle serate solo su prenotazione, perché dobbiamo avere la possibilità di capire, di volta in volta, come allestire la location e chiederemo al nostro pubblico di avvisarci in caso di rinuncia. La capienza del locale sarà dimezzata, potremo ospitare soltanto 50 persone per evento. A chi entra sarà chiesto di lasciare le proprie generalità e verrà misurata la temperatura corporea, sarà obbligatorio indossare la mascherina fino a quando non ci si siederà al tavolo e tutte le ordinazioni si faranno da lì, perché non sarà più possibile farle al bancone del bar. Fortunatamente, possiamo contare su una decina di volontari molto disponibili, che non smetteremo mai di ringraziare, senza i quali sarebbe impossibile tenere aperta l’Officina.

L’Officina ha vissuto momenti difficili a causa del lockdown. Come hanno reagito i musicisti alla notizia della riapertura?

I musicisti hanno compreso perfettamente la situazione e molti di loro sono affezionati all’Officina, tanto da offrirci gratuitamente alcune serate e venirci incontro in questo momento di difficoltà. Il rapporto di fiducia reciproco che siamo riusciti a costruire in questi tre anni di vita è davvero gratificante, abbiamo sempre messo al primo posto la musica e chi la fa dedicando loro un’attenzione particolare e cercando di allestire uno spazio che fosse il più accogliente possibile. Devo dire che questo è stato molto apprezzato.

Possiamo dare qualche anticipazione sulla programmazione di settembre?

Partiremo il 4 con una serata dedicata a “The Wall”, il concept album dei Pink Floyd. Ci sembrava carino iniziare con qualcosa che ricordasse il muro dell’Officina che tanto amiamo e quel muro che ci ha chiuso dentro e che adesso, piano piano, smantelliamo per tornare a stare insieme. Sabato 5 terremo un reading letterario, in collaborazione con Le Sfogliatelle, nella deliziosa cornice di piazza Martinelli, il 10 inaugureremo l’appuntamento mensile a cura del Jazz Club di Como, il 17 ospiteremo il concerto di Marco Detto in piano solo, il 20 ci sarà Damiano Della Torre, il 24 toccherà alla Young Jazz Room dedicata ai gruppi e musicisti under 30 e il 25, con grande gioia, avremo sul nostro palco Francesco Baccini. Oltre a questo, una volta al mese la programmazione sarà curata dal Maestro Fabius Constable e riprenderemo il nostro kitchen cabaret.

Oltre a quella con Le Sfogliatelle, ci saranno collaborazioni con altre realtà del territorio?

Assolutamente sì, anzi. L’Officina è aperta a tutte le associazioni che hanno problemi di sede, perché la nostra è disponibile ad ospitare chi ha bisogno di un luogo per portare avanti le proprie attività, aiutandoci a sostenere le spese di affitto. Un esempio di questo è la neonata collaborazione con Educo, che ha sede da noi e offre percorsi di apprendimento personalizzati per studenti e adulti, anche con Bes e Dsa, oppure quella consolidata con l’associazione Capoeira di Como e Welcome Refugees.

Cosa ti auguri per questa nuova stagione?

Spero che le persone abbiano voglia di tornare in Officina. Colgo l’occasione per ringraziare il nostro padrone di casa Franco Luraschi, che ci ha sospeso l’affitto per quattro mesi, consentendoci di sopravvivere e sperare nel futuro. Mi piacerebbe che questo diventasse un luogo di condivisione, un punto di riferimento culturale a 360 gradi, capace di coinvolgere tutte le arti, ma questo sarà possibile solo se il pubblico sarà presente e numeroso.

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