Estival Nights a Lugano
In concerto Gino Paoli

Stasera Paoli ritornerà a Lugano, al teatro Cittadella, alle Estival Nights dopo la performance a Estival Jazz dell’estate scorsa in cui gli è stato conferito il premio alla carriera

“Milestones” si intitolava un suo disco di sei anni, in cui Gino Paoli rileggeva i suoi classici circondato da musicisti di grande spessore.

Doveva essere la testimonianza di un evento unico, con le pietre miliari del cantautore rilette in chiave jazz (“Milestones” è anche un celebre titolo di Miles Davis). Invece, ci ha preso gusto e stasera Paoli ritornerà a Lugano alle Estival Nights dopo la performance a Estival Jazz dell’estate scorsa in cui gli è stato conferito il premio alla carriera. Alle 20.30 sarà al teatro Cittadella di corso Elvezia 35 (biglietti a 20 franchi svizzeri).

La formazione è quasi la stessa, con Flavio Boltro alla tromba, Danilo Rea al pianoforte, Rosario Bonaccorso al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria.

Se nell’album l’ospite d’onore era uno dei più grandi jazzisti italiani, Enrico Rava, qui lo spazio è riservato al flicorno di un talento svizzero come Franco Ambrosetti. È impossibile non sottolinearlo in un anno in cui anche Jannacci e Califano ci hanno lasciato, ma stiamo, inesorabilmente, lasciandoci alle spalle il Novecento: la “scuola genovese” cui si ascriveva Gino, pure se originario di Monfalcone, si è praticamente estinta.

Prima Tenco, che di Paoli fu amico e rivale in amore (e l’amore si chiamava Stefania Sandrelli), poi Bindi, De André, Lauzi, Endrigo... e poi, uscendo dalla Liguria, Ciampi, Gaber, Battisti, Dalla, ora Enzo e il “Califfo”... Resta solo Gino, 78 anni, una carriera musicale iniziata un lustro prima di quella dei Rolling Stones, una manciata di canzoni storiche che è impossibile non conoscere.

Anche in un momento in cui i giovanissimi hanno un rapporto distratto con la musica, “La gatta” e “Il cielo in una stanza” sono arcinote, “Sassi”, “Senza fine” e “Sapore di sale” stanno solo un gradino sotto, per “Che cosa c’è” Paoli ringrazia Giuliano Palma. Basterebbe questa manciata di brani a regalargli l’eternità, ma la storia è continuata e leggendo le sue note biografiche fa sorridere quando si legge del “ritorno”, sia esso legato ad “Averti addosso” e “Una lunga storia d’amore” (1984) o a “Quattro amici” (1991), insomma, a storie di più di vent’anni fa.

“Storie”, invece, è il suo album di studio più recente, seguito l’anno scorso da “Due come noi che...” condiviso con il solo Rea.

A. Bru.

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