Francesco Baccini:
serata in Officina

Questa sera in via Giulini a Como uno degli artisti italiani più eclettici e indipendenti. Che racconta: «Alla musica ho dato tutto»

Ironico, tagliente, romantico, controcorrente, Francesco Baccini è uno degli artisti italiani più eclettici. Ha più di trent’anni di carriera alle spalle e oggi, come allora, è ambizioso e impegnatissimo tra musica, cinema e nuovi progetti. Ma stasera, venerdì 25 settembre, alle 21 sarà a Como, all’Officina della Musica di via Giulini 14/B per una “Serata d’autore” che si prospetta unica.

Solo voce e pianoforte (che, al contrario di quanto dichiarò in un suo celebre album, è davvero il suo pianoforte, con otto anni di Conservatorio a testimoniarlo), canzoni e narrazioni davanti a un pubblico di pochi intimi, come l’emergenza sanitaria impone. Un live a tu per tu, insomma: «È una formula che mi piace, perché è la più semplice da presentare in questo momento, e poi perché sono libero di fare quello che voglio, senza scaletta».

Libero è sempre stato, poco incline ai compromessi, travolto da un successo straordinario ai suoi esordi dopo una lunga e dura gavetta: «Ho mollato tutto per la musica. Ho lasciato Genova, il lavoro, la famiglia per arrivare a Milano, dove c’erano tutte le più importanti case discografiche, per fare ascoltare le mie canzoni. E nell’attesa che succedesse qualcosa ho anche dormito in macchina».

Lo racconta al telefono mentre se ne sta placidamente seduto su una panchina in compagnia del suo bassotto, guardando lo specchio del Lario. Sì, perché dai primi anni Novanta, Baccini ha preso casa sulla sponda lecchese del lago. «Avevo accompagnato un’amica e mi sono ritrovato da queste parti quasi per caso – racconta – Per un ligure come me, quando si parla di Lombardia si pensa alla Pianura padana. Invece ho scoperto questo incontro tra l’acqua e la montagna che mi faceva sentire a casa. C’è perfino il vento. E poi scopro sempre posti incredibili».

È da quella casa che trasmette le sue lunghe dirette social notturne, dove discute con tutti di tutto. «Adesso siamo in una lenta ripresa, sembra di essere alla fine della guerra, se non fosse che la guerra non è ancora finita, in realtà. I concerti non possono più essere come prima. L’impatto dal palco è forte: dove c’erano duemila persone ora ce ne stanno duecento».

Quindi si riparte voce e pianoforte: «Mi sono esibito in solitario anche in Cina, senza capire una parola io e neppure loro ed è stato splendido. Dopo quell’esperienza so che posso fare tutto». Le canzoni di successo, e ne ha scritte tante, ma anche brani magari a torto considerati minori. E poi c’è Tenco: «Quello dedicato a Luigi è un progetto nato una decina d’anni fa, quando non era “di moda” cantarlo. È stato a lungo rimosso mentre adesso viene portato anche sul palco di Sanremo come se niente fosse. Io, che ho avuto la fortuna di collaborare e di diventare amico di Enrico Viccardi, che lo conosceva benissimo, so da lui che era una persona divertente, lontanissima dall’idea del suicidio. Oltre a una certa somiglianza fisica, del resto l’ho scoperto per capire perché tanti, Fabrizio compreso, mi chiamavano Luigi, mi sono riconosciuto anche nelle sue canzoni meno conosciute, argute, sferzanti». Proprio come Baccini.

Contributo soci a 25 euro, possibilità di cenare (concerto e cena a 45 euro). Informazioni e prenotazioni: [email protected], 349/280.39.45.

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