«Ho disegnato una fiaba
che spiega il virus ai bimbi»

L’illustratrice comasca Giada Negri racconta la sua collaborazione con la psicologa Francesca Dall’Ara per un progetto del Policlinico di Milano

Margherita è una bambina bionda dagli occhi grandi, che disegna mostri. Quando la mamma le domanda cosa sta disegnando, Margherita le risponde che quello, così grande e colorato sui fogli, è il coronavirus, che tanto piccolo non può essere, visto che fa davvero un sacco di paura a tutti.

Questo è l’inizio di “Storia di un coronavirus”, un racconto scritto da Francesca Dall’Ara, psicologa e psicoterapeuta del Servizio per le disabilità complesse e Malattie Rare dell’Uonpia della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e illustrato dall’artista comasca Giada Negri, una semplice e delicata narrazione per spiegare ai bambini, dai 3 anni in su, l’allerta sanitaria, il perché le scuole sono chiuse, il motivo per cui è meglio restare a casa e quali sono le norme igieniche da rispettare per non ammalarsi.

«La mia collaborazione con la dottoressa Dall’Ara è iniziata lo scorso anno per un’altra pubblicazione legata al mondo delle malattie rare – racconta Giada - ci siamo trovate così bene che, quando le è venuta l’idea di questa storia, mi ha contattato subito. Abbiamo lavorato con urgenza, proprio perché il momento richiedeva di uscire con una certa celerità». Un compito non facile, quello affidato all’illustratrice e docente all’Accademia Aldo Galli, che, dalla sua, ha anche una formazione da psicoterapeuta. «La mia idea era quella di non affrontare la cosa da un punto di vista ironico perché l’argomento è piuttosto serio, ma ho cercato di alleggerire i toni, rendendo l’atmosfera familiare più serena possibile. Sono in contatto con tante mamme, sento che tutte in questo periodo stanno vivendo una situazione di grande pesantezza e volevo raccontare questa tematica così importante inserendola in un momento felice».

La storia è disponibile gratuitamente sul sito del Policlinico di Milano anche nella versione in simboli a cura di Antonio Bianchi e Laura Bernasconi del Centro sovrazonale di Comunicazione aumentativa di Milano e Verdello, pensata proprio per i bambini con disabilità o disturbi del neurosviluppo.

Ma che aspetto ha il Coronavirus, nella fantasia di Giada Negri? «Mi sono lasciata ispirare dal testo di Francesca, ho immaginato il virus come un mostrino piccolo di colore blu, dalla testa grossa e piena di spuntoni rossi e le gambe lunghe e magrissime, con due dentini sporgenti alla vampiro e una coroncina dorata sul capo. Per vendicarmi di lui e farlo un po’ vergognare in pubblico, ho deciso di fargli indossare un paio di boxer a pois, perché si senta un po’ meno re, almeno graficamente».

Nonostante mostre ed esposizioni siano sospese, il mondo dell’editoria è ancora fortunatamente attivo e il talento e la creatività di Giada sono già al lavoro su tante altre idee, che a breve vedranno la luce. Tra le ultime pubblicate, una menzione particolare merita l’illustrazione di un libriccino, figlio del progetto “Le pari opportunità vanno a scuola” ideato, per le scuole secondarie di primo grado, da Sinonimia Teatro Cultura Bellezza, un’associazione di Reggio Emilia. «Sono stata contattata tramite social e mi è stato chiesto di disegnare alcuni personaggi inseriti nella pubblicazione e scelti dai ragazzi durante i laboratori organizzati dall’associazione. Un modo per andare oltre al pregiudizio».

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