
(Foto di Pozzoni)
I tre Concerti grossi
stregano Cernobbio
Clamoroso successo della Storia dei Ne Trolls a Villa Erba: duemila i fan riuniti per De Scalzi e Di Palo
CERNOBBIO
Un clamoroso successo ha salutato il concerto della Storia dei New Trolls al padiglione centrale di Villa Erba, terzo appuntamento con il fortunato “Festival città di Cernobbio”.
Se le esibizioni di Finardi e di Fatou avevano richiamato un pubblico numeroso e “caldo”, soprattutto rispondendo alle sollecitazioni della cantante africana, il clamoroso afflusso per ascoltare i tre “Concerti grossi” della band di Vittorio De Scalzi e Nico Di Palo basterebbe da solo a spiegare, anche a chi non ha seguito tutte le vicissitudini, il perché di venti e più anni di litigi, ingiunzioni e aule di tribunale per il diritto di utilizzare la sigla.
Una sigla capace di richiamare, ancora oggi, quasi duemila appassionati, quelli che non hanno trovato posto al coperto hanno seguito dal parco. Oltre ai coetanei dei due musicisti genovesi, quelli che sono esplosi quando, fuori programma, hanno ascoltato le note di “Una miniera”, “Visioni” e “Davanti agli occhi miei”, scampoli del passato anni Sessanta. Poi ci sono i fan che si ricordano di avere acquistato il primo “Concerto grosso” più di quarant’anni fa, ibrido di rock e classica scritto per i New Trolls da Luis Enriquez Bacalov, ora affidato alla Lavagnino Festival Orchestra, composta da giovani, diretta dal primo violino Roberto Izzo.
Non mancano i giovani, perché il rock progressivo tanto bistrattato fino alle porte del Terzo Millennio, sta ritornando prepotentemente ad affascinare la fantasia di ragazzi disposti a macinare chilometri per non perdersi una performance delle Orme, degli Osanna, del Banco, della Pfm e anche delle tre realtà dei New Trolls. Sì, perché ora ci sono tre tronconi: gli UT, che prendono nome da uno dei dischi più dimenticati, privilegiano l’aspetto sperimentale, il Mito New Trolls rappresenta l’anima pop e questa Storia dei New Trolls si occupa di mantenere vive opere celeberrime come queste e come “Senza orario senza bandiera” (non è mancata “Signore, io sono Irish”).
I problemi non mancano, non è un mistero: se De Scalzi non ha perso un briciolo di smalto né vocale né strumentale e si alterna alla chitarra, alle tastiere e, soprattutto, al flauto, dopo il terribile incidente che ha rischiato di privarlo della vita Nico Di Palo non può più esibirsi come un tempo. Allora troneggia sugli altri, come un’osservatore affascinato, per primo, dalla musica dei compagni, dando quello che può, magari “with a little help” dei giovani Andrea Maddalone, Francesco Bellia e Giorgio Bellia e della tecnologia. Si dibatte molto su questo tema, soprattutto in rete dove i New Trolls hanno un seguito agguerritissimo, ma lo zoccolo duro è concorde: l’importante è che Nico ci sia.
Il prossimo appuntamento con il festival è per domenica 11, sempre alle 21.30: dopo il connubio tra classica e rock, ecco decisamente la sinfonica con l’esibizione della violinista Julia Pusker che sarà accompagnata dalla Budapest Strings Chamber Orchestra per le “Otto stagioni”: le quattro di Vivaldi e quelle di Piazzolla, in un viaggio tra i secoli e i continenti. Ingresso libero.
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