«Il blues è popolare»
Parola (e fatti) di Treves

Como: Teatro Sociale “tutto esaurito”: «Dopo un’accoglienza del genere potrei anche smettere qui»

Quel bluesoso, immarcescibile, baffissimo Fabio Treves in poco più di due ore ha conquistato una delle poche roccaforti musicali che ancora gli mancava in quarant’anni di onorata carriera, il Teatro Sociale di Como. Il concerto della Treves Blues Band, anteprima lariana dell’attesissimo Festival di cultura e musica jazz di Chiasso, ha totalizzato un sold out che può sembrare incredibile. Ma è stato lo stesso armonicista a precisare, dal palco: «Qualcuno dice che il blues è musica di nicchia, ma guardate quanti siete! Il blues è popolare».

Un concerto celebrativo, ma non autocelebrativo: sarebbe stato facile per Treves e i suoi pard costruire una scaletta tutta fatta di classici del blues, quelli che conoscono anche i sassi. Invece hanno coraggiosamente privilegiato brani autografi e classici minori come la deliziosa “Between the devil and the deep blue sea”.

Un Treves emozionato, raggiante e commosso per l’affetto di questi mille testimoni del blues accorsi ad ascoltare il ruggito del “puma di Lambrate”. Quarant’anni vissuti in scena, senza nessuna voglia di smettere, anche se, dice tra il serio e il faceto, «Dopo un’accoglienza del genere, io potrei anche fermarmi qui».

Leggi la recensione completa di Alessio Brunialti nell’edizione de La Provincia in edicola domenica 16 febbraio

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