Il giornalista-compositore:
«La mia Ave Maria, che emozione»

Fuori dalla redazione de La Provincia Mauro Butti ha coltivato la passione per la musica - La sua opera eseguita ieri sera a San Giorgio: «Inserita a sorpresa nel programma: un regalo!»

Quando la musica va oltre la professione, rivelandosi vera passione. Ieri sera nel concerto affollato della Schola Cantorum del Conservatorio di Como con l’associazione corale Aenigma di Milano e gli strumentisti del Caecilia Consort per il giubileo della chiesa di San Giorgio a Como, il brano conclusivo del programma ufficiale è stato l’Ave Maria composta dal direttore della corale della basilica.

Mauro Butti, giornalista professionista del quotidiano La Provincia, ha nella musica corale e organistica non la professione ma la passione predominante della vita. In tempi in cui termini come educazione permanente e formazione globale della persona vengono abusati o bistrattati, un esempio non raro ma prezioso per ridare il giusto valore alle cose.

«Un po’ di pianoforte da bambino, studi alla Scuola diocesana di musica sacra, suono da una vita ho iniziato ad accompagnare canti liturgici a quattordici anni, in Sant’Agostino» fanno la formazione del maestro della corale parrocchiale da un anno.. «L’esperienza corale è una passione da adulto» rivela Mauro Butti, «Da quando, cinque anni fa, ho iniziato a cantare nella Schola Cantorum del Conservatorio con Antonio Eros Negri, che è una bella scuola». Fino ad arrivare a comporre e ritrovarsi la propria musica in un contesto importante.

«Alla composizione si arriva per puro caso...» spiega Mauro. »C’era il festeggiamento del centenario, un giorno il parroco mi dice per scherzo: “Tu suoni l’organo, sei il direttore del coro come tutti i buoni maestri di cappella che si rispettano devi anche comporre musica”. La prima risposta è stata ‘”non sono all’altezza”: poi son tornato a casa e mi son detto “proviamoci”! Serviva un brano mariano, musicare il testo dell’Ave Maria mi è sembrata la cosa più semplice; sedere al pianoforte, iniziare, arrivare in fondo, trascrivere, confrontarmi con il maestro Negri per avere un conforto e qualche correzione, una risposta molto gentile. Quando abbiamo iniziato a organizzare il concerto, ormai un anno fa, Negri mi ha inviato il programma e lui stesso a mia insaputa ha inserito la mia Ave Maria, facendo questo regalo, a me, un neofita… È stato emozionante, ritengo una grande fortuna il fatto che un amatore veda la sua piccola opera eseguita da uno dei cori del Conservatorio diretto da chi è compositore di professione!».

Ancor più, quando la passione e l’applicazione hanno occasioni di significato esteso come avviene a Como.

«Le cantorie, come le bande, rimangono baluardi ma, fortunatamente, esistono occasioni allargate di grande significato che entusiasmano molte persone come me» precisa Butti, spiegando che «la Schola Cantorum del Conservatorio nasce su impulso di persone esterne all’ateneo: rafforzata da allievi del Conservatorio stesso, in un clima di reciproco stimolo e scambio (ad esempio, si canta durante gli esami di Composizione o Direzione di coro) garantendo quindi un buon livello di competenze e preparazione, sapendo tutti di musica. Un arricchimento da tenere ben stretto e che fa bene».

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