«Il Premio Città di Como
è un invito alla bellezza»

Intervista al presidente e fondatore del Premio internazionale di letteratura: appena chiuso il bando 2019, record di partecipanti

«Un premio si rivolge alla bellezza che c’è intorno a noi: se non viviamo per queste cose ci rimane ben poco». Sono queste le parole con cui Giorgio Albonico, fondatore e organizzatore del Premio internazionale di letteratura Città di Como, sintetizza la filosofia dell’evento, giunto alla sesta edizione.

Il 20 giugno scorso si è chiuso il termine per l’invio delle opere in concorso all’edizione 2019 del premio: qual è la prima impressione sulla partecipazione?

Questa sesta edizione si è chiusa molto bene, si contano circa duemilasettecento partecipanti a fronte dei milletrecento della prima, poi aumentati di anno in anno a millecinquecento, millesettecento, duemilacento, duemilatrecento . Non sono solo i numeri – che danno comunque idea dell’interesse che c’è sul premio - a dare soddisfazione: i partecipanti provengono da tutta Italia e anche dall’estero, con quattro autori dagli Usa, uno dal Brasile e numerosi dai diversi Paesi europei. Importante è, però, principalmente, proporre un’attività che guarda al bello e alla creatività.

In questi anni ci sono state evoluzioni e cambiamenti? Se sì, quali?

Un’evoluzione interessante è quella che ha visto la sempre maggiore partecipazione delle più grandi case editrici a fianco di quelle più piccole - tutte di grande livello: questo dimostra che l’interesse per il premio è cresciuto ed è importante:

Mi fa poi molto piacere sottolineare la rilevanza degli inediti: credo che un premio letterario abbia come scopo quello di trovare inediti di valore. Un esempio è quello de “L’ospite. Le anatomia di Josef Mengele”, scritto da una giovanissima ragazza romana, Margherita Nani, di vent’anni: l’anno scorso lo abbiamo premiato nella sezione Narrativa e io l’ho trovato veramente valido: a parte il personaggio oscuro, la ricostruzione storica è pertinente, la struttura coinvolgente e i temi trattati sono molto profondi. L’editore mi ha confermato che il libro è già molto venduto e io credo – e spero - che la giovane autrice abbia un futuro in campo letterario.

Gli autori si riconducono ad una particolare fascia di età o appartengono a generazioni diverse?

Il range di età è molto ampio – ci sono anche categorie dedicate ai ragazzi - e la scrittura, di per sé, serve a vivere molte vite: anche questo consente a autori e lettori di immedesimarsi in persone diverse e di generazioni diverse.

Da qualche settimana è iniziata la fase di valutazione, che vedrà coinvolta una giuria e un Comitato di lettura che coinvolge appassionati di tutta l’Italia: come si procederà? Per chi fosse interessato a prendervi parte è possibile effettuare una sorta di candidatura?

Noi siamo aiutati da molti lettori sparsi in tutta Italia e iniziamo a leggere le opere fin da subito, compatibilmente con le tempistiche legate a stampa e distribuzione. La giuria è, come sempre, di grande qualità e vede nomi noti a livello internazionale e che io stimo, personalmente, moltissimo: accanto ai membri già presenti nelle passate edizioni – tra gli altri, il presidente Andrea Vitali, Dacia Maraini, Mario Schiani, Giovanni Gastel, Milo De Angelis, Pierluigi Panza – quest’anno si aggiunto, ad esempio, Giulio Giorello. Il Comitato di Lettura ha una composizione molto variegata: giornalisti, studenti, gruppi di lettura, blogger, bibliotecari. In alcuni casi si tratta di lettori contattati dall’organizzazione, in altri – come per il gruppo di Torino – i lettori si sono candidati in autonomia e in altri casi, ancora, ci sono delle librerie comasche che fanno da tramite. Naturalmente, questo tipo di lettura è diversa da quella che viene fatta dal singolo per puro diletto e per scelta personale del libro, dato che si tratta di un premio e di opere proposte da terzi.

Quando si conosceranno i primi esiti e, dunque, i primi nomi?

Dopo una prima scrematura, verrà nominata un’ampia rosa di selezionati che sarà comunicata ai primi di settembre, mentre per la fine dello stesso mese si arriverà a determinare i finalisti e fra loro i vincitori, che verranno premiati il prossimo 12 ottobre a Villa Olmo. Per quest’anno stiamo pensando di raddoppiare la giornata finale per arricchire il programma e le due giornate, anche data la grande partecipazione. L’idea è quella di continuare a migliorare, per rendere il Premio Città di Como uno “spazio” accogliente per tutti coloro che desiderano mettersi alla prova e confrontarsi.

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