«La musica riparte:
con me la notte
sarà piena di luce»

Como: il pianista Orazio Sciortino sarà chiamato domenica a Villa Olmo a inaugurate il Festival “Como Città della Musica”

Il Festival Como Città della Musica 2020 chiama a raccolta il suo pubblico “Aspettando la notte” con il pianista Orazio Sciortino.

Il trentacinquenne musicista siracusano, compositore e direttore d’orchestra, sarà a Villa Olmo domenica alle 19 e alle 21 per guidare il concerto della ripresa. Gli abbiamo chiesto il perché di una tematica “notturna” per l’apertura di un festival atteso ma non scontato, dopo il silenzio imposta dalla pandemia.

«Il titolo originale di questo programma, in realtà, doveva essere “Aspettando la mezzanotte” - spiega Sciortino - a partire da un’idea iniziale che intendeva offrire un percorso che avrebbe dovuto accompagnare l’ascoltatore dal tramonto alla mezzanotte o, se vogliamo, dalle ultime ore serali a notte inoltrata. Le condizioni organizzative legate al Covid dividono ma non stravolgono il progetto, che proporrà una sorta di itinerario estetico, sonoro e musicale, sul concetto di ‘notte’ non solo nell’accezione – squisitamente stereotipata – della luna o del romanticismo, ma allargando a elementi anche inquietanti o più nascosti come il sogno, che nasconde i nostri spettri: il tutto, ovviamente, attraverso la musica».

Da dove parte questo itinerario?

Il viaggio parte dai “Nachtstücke” di Schumann: vere e proprie visioni inquietanti della notte dal punto di vista del complessivo mondo espressivo dell’autore, musica non funerea ma gioiosa e lirica, che pur contiene lati inquietanti e forti. Ci sarà poi un brano di Rossini, che si chiama “Un cauchemar”, un incubo, appunto, vissuto dal punto di vista dell’ironia e irriverenza tipica del suo autore; il mio brano ”A midsummer night’s fox”, invece, è una sorta di elucubrazione notturna a tempo di danza, dove frammenti di fox compaiono da una nebulosa timbrica ottenuta dal pianoforte in modo volutamente visionario.

Il resto del programma sarà dedicato a Liszt con “Hymne à la nuit”, la Rêverie dal Romeo et Juliette di Gounod “Les Adieux” e le Parafrasi sul Rigoletto: interesse personale lisztiano, omaggio al Liszt amante del Lario o sola scelta di contenuto?

Tutte queste cose. I brani si basano sull’idea del sogno e dell’invocazione alla luna; sicuramente nutro una predilezione personale verso Liszt, non tanto e non solo come virtuoso ma come figura centrale della cultura europea dell’Ottocento; nel caso, pretestuoso, della notte Liszt ha scritto composizioni piene di riferimenti extramusicali, anche letterari come per l’“Hymne à la nuit” ispirato al Lamartine. Quanto alla “Parafrasi sul Rigoletto”, che per me va rivista ed epurata da quel virtuosismo abbagliante con il quale spesso viene proposta, cercherò di portarne in luce il grande intimismo tratto dalla scena verdiana.

Come ci si sente emotivamente all’idea di guidare da Como la ripartenza musicale dal vivo dopo il silenzio della pandemia?

Assolutamente pronti, non solo perché avevamo bisogno di ripartire ma anche perché è un’occasione speciale inaugurare questo festival per un simbolo come l’istituzione più importante della città, il Teatro Sociale. Anche per me è un primo concerto ufficiale con il pubblico “vero” dopo il lockdown: sarà una serata speciale.

Il programma è creativo quanto la sua carriera musicale, variegata e poliedrica: è la sua visione di musicista del futuro prossimo?

Per me non esiste differenza fra compositore, direttore e pianista, sono parti di un pensiero musicale esprimibile attraverso ‘mestieri’ diversi. Separazione che, ai tempi di Liszt, non esisteva. Il che non significa auspicare il ritorno di una figura che non esiste più, ma sperare che questi sconfinamenti dalle etichette rigide possano essere accolti in Italia con minor stupore, cosa che peraltro nel resto d’Europa è molto più normale in ambito colto, per non parlare del pop.

Come vede il futuro della musica post pandemia?

Sono portato a vedere le cose per come accadono al momento. Difficili fare previsioni sul futuro ma non dovremmo abbandonarci troppo al pessimismo. Il mondo cambia continuamente, cambieremo anche noi.

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