Linati, un genio dimenticato?
"No, è difficile rileggerlo oggi"

Il critico Alberto Longatti risponde alla provocazione di Mauro Della Porta Raffo. Vitali, Baracchi, Guarracino: "Sì a un premio che lo ricordi"

Como ha davvero “dimenticato” lo scrittore lariano Carlo Linati? Alla provocazione di Mauro Della Porta Raffo, che sulle pagine de La Provincia ha lanciato la proposta di un premio letterario nel nome del narratore “frammentista” e autorevole collaboratore de La Voce, risponde il critico letterario Alberto Longatti.
Nel replicare che Linati continua ad alimentare studi, convegni, tesi di laurea, Longatti sposta il dibattito su un altro fronte. Si chiede “come mai la rilettura delle sue opere abbia finora ottenuto così scarso successo”.  La risposta è forse questa: le prove linatiane più riuscite sono quelle lontane dalle ambizioni di romanziere, rivolte alla descrizione di episodi minuti.

“Il Linati più genuino non è il raffinato cucinatore di pastiches letterario-mondani – scrive Longatti su La Provincia - né il gentleman che attraversa il suo tempo astraendosene. Il miglior Linati si affida ad uno sguardo, un motto, una frizzante ripresa dal vivo”. Dall’inchiesta sull’attualità dell’autore comasco novecentesco, emerge una scarsa conoscenza delle sue opere, anche tra gli intellettuali e, nel contempo, un plauso alla proposta di Della Porta Raffo. “Francamente Linati lo conosco solo di nome – dice Andrea Vitali, l’autore bellanese de La Modista – ma sono naturalmente dell’idea di intitolargli un premio”. Dello stesso parere anche la scrittrice Gabriella Baracchi e l'italianista Vincenzo Guarracino.

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