Ottobre in rosa e tumore al seno. I libri da leggere di chi è guarito

“Il Bruco non balla” di Ivonne Pagliari che racconta la propria esperienza di vita e la sua personale battaglia

Nel mese “Ottobre in rosa” dedicato alla prevenzione del tumore al seno, qualche consiglio di lettura per riflettere sul tema. Di recente pubblicazione “Il Bruco non balla” di Ivonne Pagliari che affronta la dolorosa tematica della malattia, ma non solo.

Si parla anche di amicizia, amore, maternità, fede, lavoro, sogni. Pagliari racconta la propria esperienza di vita e la sua personale battaglia al cancro al seno.

È un esempio di forza e di speranza, perché dinanzi ad una diagnosi impietosa, bisogna aggrapparsi anche alle storie di chi ce l’ha fatta per non cadere nello sconforto. Anna è nata farfalla e, anche se il destino prova a schiacciarla a terra, con le sue prove e durezze, lei ancora anela al volo. Anche quando la malattia, con accanimento, ne proverà il corpo e l’anima, avvicinandola alla sembianza del bruco, lei si comporterà ancora come una farfallIa, perché Anna è nata così; libera, elegante, combattiva.

“Con il nastro rosa: storie di donne che si sono riprese il futuro” di Aldo Forbice e Francesco Schittulli svela come per molte donne anche per Lisa il sospetto nasca per caso, sotto la doccia. Qualcosa non la convince al seno destro, la strana sensazione dell’acqua che pizzica. La prima tentazione è di scacciare il pensiero: il suo stile di vita è sano, non fuma, non beve, fa attività fisica, infatti a quarant’anni e con due figli è in ottima forma. Ma in breve le visite mediche e gli esami non lasciano dubbi: ha un tumore al seno da operare. L’incubo di ogni donna è entrato nella sua esistenza. Sarà l’incontro con altre donne nella sua condizione a ridarle il sorriso.

David Servan-Schreiber era un ricercatore trentunenne con un brillante futuro nelle neuroscienze quando scoprì di avere un cancro al cervello. Iniziò con il chiedersi che cosa accomuna le persone che sopravvivono a questa malattia e mise in campo tutte le sue competenze di scienziato per comprendere che cosa la sconfigge e che cosa invece la alimenta. Dopo quindici anni, in cui ha lottato e vinto il cancro, ha deciso di raccontare la sua esperienza nel libro “Anticancro”: come si è curato e le conoscenze che ha accumulato parlando con oncologi e ricercatori di tutto il mondo.

Infine “Buone ragioni per restare in vita” (Mondadori) di Anna Savini. «Questo non è un libro sui tumori – dice l’autrice, giornalista de La Provincia nella prefazione-. È un libro sulla vita e su tutte le cose fantastiche che si possono fare. Quando mi hanno detto che la pallina strana che sentivo al petto era un tumore, mi è venuto un colpo. Mi sono vista morta di lì a poco e, all’improvviso, mi sono accorta che non avevo abbastanza cose da ricordare. All’inizio, non avevo voglia di curarmi, non mi sentivo abbastanza coraggiosa. Del resto, era proprio per la paura di quello che avrei potuto trovare che non avevo mai fatto prevenzione. Ma non è che se non lo cerchi, il tumore non arriva. A me è successo esattamente il contrario. Adesso ce l’avevo, anche bello grande. Dovevo curarmi, non c’erano alternative».
Un libro ironico, nonostante l’argomento, che aiuta a superare il trauma della scoperta della malattia e a sopportare le cure con più leggerezza. Ma soprattutto insegna a godersi la vita anche prima di ammalarsi. C.Cas.

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