Parla Elisa Bianchi:
«Da Como a Londra
insieme alla musica»

Giovanissima (ha appena compiuto 19 anni) ma con tante idee chiare: a partire dal primo singolo “Dance with me”

Ha sempre avuto le idee chiare, Elisa Bianchi: partire dopo la fine del liceo e coltivare il sogno di affermarsi come cantautrice. D’altra parte, già a quindici anni ha iniziato a distinguersi, nel panorama comasco, con le sue canzoni ispirate al folk degli anni Sessanta e a diciotto ha iniziato la registrazione del primo Ep. Nonostante le difficoltà di quest’anno è riuscita a portare avanti il suo progetto: dallo scorso settembre vive a Londra, dove studia alla scuola Bimm London, e il 13 novembre scorso è uscito il suo primo singolo “Dance with me”. Un bilancio decisamente soddisfacente, per i diciannove anni che Elisa ha compiuto giusto lo scorso 27 dicembre.

Eri già proiettata verso Londra o hai scelto di andare lì per altri motivi?

Ho sempre pensato di andare via dopo la maturità e ho conosciuto questa scuola grazie ad una ragazza che frequentava il Liceo Giovio e ora lavora in un’etichetta musicale. Si è rivelata una scelta ottima e decisamente soddisfacente.

Mentre studi porti avanti la lavorazione del tuo Ep, da cui è stato tratto “Dance with me”: sta già ricevendo ottime critiche dal pubblico e dalla stampa, come dimostrano gli articoli su Mtv New Generation e VeroRock Italia; come ti senti?

Sono felicissima: le visualizzazioni su YouTube sono moltissime e sento il calore del pubblico. Il singolo è uscito quando già mi trovavo qui e di fatto è un po’ come se io lo avessi portato con me, ma lavoro al disco da tempo: le canzoni sono state registrate con Andrea Trapasso allo Studio Arte del Suono di Cantù e con il mio produttore – Alessio Senesi – e l’etichetta B District Music (Bagana) stiamo ultimando i brani, tutti in inglese. Si tratta di canzoni che ho scritto fin da quando avevo quindici anni fino, alcune riviste e registrate in modo diverso rispetto all’originale. Sono il frutto della mia crescita musicale e personale fino ad oggi e raccontano, quindi, anche della partenza e del fatto di aver lasciato la mia famiglia per studiare in un altro Paese.

Sei cresciuta anche in questi pochi mesi, vivendo da sola all’estero?

Sì, decisamente, e sono molto contenta della mia scelta, nonostante le difficoltà iniziali: a scuola seguivamo le lezioni in presenza solo una volta alla settimana, fino a novembre, poi abbiamo iniziato a seguire solo lezioni online. Fare amicizia dunque è complicato, perché non ci si vede spesso e si è comunque distanti anche in aula: nel mio primo mese a Londra ho parlato più con il muro che con le persone. D’altra parte, però, sono cambiata tantissimo in pochissimo tempo: sono venuta qui anche con l’idea di divertirmi, ma soprattutto di avere una diversa mentalità, di fare uscire i miei pezzi e di fare le cose “per bene”, concentrandomi tanto sulla musica e scrivendo nuove cose. Non ricordo l’ultima volta in cui sono uscita per bere qualcosa e quasi non ho più voglia di perdere tempo, se posso stare a casa e pensare ad organizzare un concerto o un video e a lavorare ai pezzi. Ho imparato a essere determinata, diversamente da prima, e la mancanza di amici e famiglia mi ha fatto pensare a quanto abbiano fatto tutti loro per me. Anche la pandemia, ovviamente, ha influito: ho concluso il liceo – come tanti – dopo le lezioni a distanza, ma già i mesi da febbraio a maggio mi hanno cambiato. Essere qui mi spinge a dare ancora di più: è l’arrivo di tante cose e l’inizio di mille altre. Ogni giorno qui deve contare e aiutare il mio progetto.

Cosa vedi nel futuro, più o meno vicino?

Nutro speranza nelle piccole cose: lavorare alle copertine fisiche e all’eventuale tour dell’Ep sia qui che in Italia, magari tra Como, Milano, Bologna, Firenze. Qualche contatto nella prima parte dell’anno era stato preso, adesso si programma più a lungo termine. Nel frattempo mi piacerebbe anche far uscire altre canzoni pronte oltre a quelle dell’Ep, conoscere altri artisti emergenti per collaborazioni e magari scrivere per altri. Non mi pongo un limite, mi piacerebbe sperimentare su più fronti.

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