Un Oscar da urlo
giovedì nelle sale

In “Nomadland”, miglior film, regia, attrice, la vita dei nomadi americani I commenti di chi ha vinto. Pausini sconfitta, addenta un hamburger

Le sale cinematografiche hanno riaperto ieri, per decreto, dopo oltre un anno di stop. È il momento migliore per vedere un film sul grande schermo, perché sta per arrivare “Nomadland”, vincitore a Los Angeles come “miglior film”, “miglior regia” (Chloe Zhao, prima regista asiatica a ottenere il riconoscimento), “miglior interprete protagonista femminile” (Frances McDormand). Sia la regista, sia l’attrice antidiva di Hollywood (al suo terzo Oscar come interprete) si sono aggiudicate una seconda statuetta in qualità di produttrici, per uno dei film a più basso budget di sempre. Sceso il sipario sull’evento americano, è il momento delle riflessioni. Per l’Italia il bilancio è negativo, ma fino a un certo punto. Se è vero che né la Pausini ha centrato l’obiettivo di “miglior canzone”, né gli artisti di costumi/trucco/pettinature del “Pinocchio” di Garrone sono saliti sul podio, non va dimenticato che il compositore e pianista Ludovico Einaudi ha firmato le musiche di “Nomadland” e di “The Father”, pellicole da Oscar. E ora la parola ai protagonisti.

«Torno in Italia felice di aver vissuto un’esperienza irripetibile nata per un messaggio importante che condivido e per la grande passione che dopo ventotto anni ho ancora per la musica. Torno in Italia felice di riabbracciare la mia bimba che mi aspetta e con la quale festeggeremo di ritrovarci dopo la prima settimana di lontananza della nostra vita. Ma le racconterò il sogno di una notte incredibile!». Commenta così Laura Pausini, sui suoi social, la Notte degli Oscar, dove - pur non avendo vinto - è stata protagonista.

«Aver fatto parte di un progetto così speciale come “The Life Ahead” con Edoardo Ponti e Sophia Loren è stato per me uno dei regali più grandi che la vita potesse farmi», ha scritto ancora, pubblicando anche una foto in cui addenta un hamburger nel post cerimonia. Di questi Oscar resterà l’ululato di Frances McDormand, migliore attrice di “Nomadland”, tratto dal libro della giornalista Jessica Bruder, antidiva nonostante le tre statuette vinte come interprete e una come produttrice nel corso della sua carriera. «Guardate questo film sullo schermo più grande possibile - ha detto -. E un giorno, molto, molto presto, portate chiunque conosciate in un cinema, spalla a spalla, e guardate ogni film rappresentato a questi Oscar». Dopo un lungo silenzio e la censura scattata sui social in mandarino, i media cinesi hanno commentato il trionfo agli Oscar di “Nomadland”, diretto da Chloe Zhao, nata a Pechino, prima donna asiatica a vincere l’Oscar per la regia. «Questo è un bene», ha scritto il Global Times in un editoriale del direttore Hu Xijin.

Anthony Hopkins dormiva nella sua casa del Galles quando, alle quattro del mattino ora locale, gli è stata annunciata la statuetta per “The Father”. «A 83 anni non mi aspettavo di vincere, davvero non me lo aspettavo» ha dichiarato l’attore, il più anziano a ricevere l’Oscar. Fino all’ultimo il favorito era Chadwick Boseman, morto lo scorso agosto a 43 anni dopo aver girato “Rainey’s Black Bottom”.

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